Assemblea con 300 lavoratori di Calabria Verde a San Giovanni in Fiore, i sindacati hanno perso la pazienza: «I ritardi non ci permettono di vivere dignitosamente, ora basta»
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Oltre 300 lavoratori di Calabria Verde hanno partecipato, a San Giovanni in Fiore (Cs), all'assemblea unitaria indetta da Fai-Cisl, Flai-Cgil, Uila-Uil, della provincia di Cosenza, per discutere sull'andamento del confronto, tra sindacato, Regione Calabria e Calabria Verde, relativamente alle priorità della piattaforma sindacale sul lavoro forestale in Calabria.
«Un momento di discussione - spiega una nota - intenso e a tratti anche nervoso, che non ha tradito le attese: non sono mancati infatti i toni forti da parte dei lavoratori su un contratto regionale scaduto da 12 anni e non ancora rinnovato, così come non sono mancati gli inviti e il sostegno alla mobilitazione, qualora i punti oggetti del confronto, non dovessero tramutarsi nelle prossime settimane in atti concreti. Non a caso - si sottolinea - è stato forte il richiamo dei lavoratori sull'aumento del costo della vita e la perdita di reddito per il mancato rinnovo del Cir (Contratto integrativo regionale), per una riqualificazione che si annuncia contingentata e per altre questioni di carattere economico che sono spesso disattese rispetto alle previsioni del contratto nazionale di lavoro; per non parlare di aspetti di natura organizzativa che non possono essere oltremisura sopportati come ad esempio la gestione del riconoscimento di quanto previsto dall'articolo 9 del Cir».
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Durante il confronto si è anche discusso delle prospettive del comparto, «anche alla luce della ventilata ipotesi - è scritto - di trasformare Calabria Verde in ente economico. Una ipotesi questa che, se attuata, metterebbe seriamente a rischio diritti fondamentali dei lavoratori e no apporterebbe nessun vantaggio reale al comparto. È stata inoltre sottolineata l'importanza del lavoro forestale in una regione, da sempre, alle prese con le sue criticità morfologiche, in particolare sul fronte di un diffuso dissesto idro-geologico, al quale iniziano a sommarsi gli effetti dei cambiamenti climatici che delineano scenari ancor più drammatici; è in questo nuovo ed emergenziale contesto - secondo il sindacato - che va urgentemente consolidata, rinvigorita e innovata la forza lavoro forestale, per intenderci, quella che opera negli alvei dei fiumi, sui versanti a rischio frane e smottamenti, nella prevenzione e nella lotta attiva agli incendi, nel rimboschimento, nella lotta alla processionaria e, in generale, nella manutenzione del territorio e nella salvaguardia del patrimonio boschivo; e la sola immissione di un contingente di lavoratori ex Legge regionale numero 15/2008, a tempo determinato, seppur apprezzabile, certamente è cosa insufficiente».
Anche per questo i sindacati «ribadiscono la richiesta che questi lavoratori possano essere avviati nel più breve tempo possibile». Per le organizzazioni sindacali, «sono queste attività, già svolte da anni dai lavoratori, sulle quali assicurare le necessarie risorse finanziarie, che legittimano le rivendicazioni dei lavoratori e l'esistenza di un apparato tecnico-amministrativo che si muove dentro e intorno alla forestazione e non il contrario; ed è anche per questo che il diritto al rinnovo del contratto regionale, a una completa riqualificazione dei lavoratori e a una effettiva applicazione delle norme contrattuali diventa, l'unica, vera misura per giudicare l'azione del governo regionale».