"A distanza di circa due mesi e mezzo la sede di Fincalabra di Vibo non è stata ancora riaperta. Per ragioni politiche discutibili è stata sospesa l’attività del presidio che operava su Vibo da 14 anni. I dipendenti della Fincalabra di Vibo, unici in Calabria, sono stati trasferiti a Catanzaro e la sede, praticamente, resa non più funzionale. Dopo le proteste successive al suo ridimensionamento, la soluzione è sembrata giungere in poco tempo. La Camera di commercio di Vibo, infatti, ha messo a disposizione un locale per consentire alla sede provinciale di Fincalabra piena operatività. A distanza di tante settimane, però, il problema non è risolto. Esiste ancora la volontà del presidente Oliverio e del suo schieramento di rendere nuovamente funzionale, sul territorio vibonese, tale società? Vale la pena ricordare che il sottoscritto aveva immediatamente sollevato la questione, non si esitó a dire che avrei creato "Una tempesta in un bicchiere d'acqua". Una battuta infelice peraltro clamorosamente smentita dai fatti. Purtroppo, i fatti, hanno dimostrato che si è trattata di un'onda anomala. E tale va definita non per cause naturali. Ma perché si è trattata di un'onda organizzata, appunto, dalla compagine di governo regionale. Di anomalo, inoltre, c'è il fatto che sia stata chiusa soltanto la sede di VIbo. E così, la soluzione provvisoria si è stabilizzata, secondo prassi ben consolidate in Calabria (e non solo). Di certo, il Vibonese, ancora una volta, risulta impoverito di un altro tassello utile al suo rilancio".