Si parla tanto di economia: globale, europea, nazionale, regionale e locale. Si snocciolano dati e statistiche. Si elaborano previsioni e andamenti, analizzando la profondità e le ragioni di una crisi che sembra insuperabile. Troppo spesso, però, si dimentica di riflettere su un aspetto che dovrebbe rimanere sempre centrale: dietro ogni numero, comunque arido e privo di anima, ci sono volti e persone, storie di vita, rischi e sacrifici, ore e ore di lavoro, responsabilità nei confronti di se stessi, della propria famiglia, dei propri dipendenti. Uno dei concetti più atroci della matematica è quello di “media”. La media sul Pil, sul reddito pro capite, sui consumi, sui depositi bancari. La sciagurata media non indica, purtroppo, il dato consolidato di tutti, ma si approda ad essa tenendo presente sia chi sta molto in basso e sia chi sta molto in alto. Le persone, quindi, e cioè gli impiegati, i lavoratori, gli imprenditori non sanno che cosa farsene delle “medie” e cercano solo di capire se e come funziona la loro personale esperienza, il loro modello. In linguaggio moderno potremmo dire che ognuno guarda alla sostenibilità della propria storia, perché non potrà mai appellarsi a una sorta di diritto universale alla salvezza.

Una premessa un po’ lunga, forse, per non ignorare mai la dimensione umana dell’economia, gli occhi e le mani dei protagonisti di una lunga stagione di crisi di fronte alla quale tantissimi sono stati sconfitti, molti altri lottano per la sopravvivenza, numerosi aguzzano l’ingegno per adattarsi e per ricercare soluzioni adeguate. In ogni caso la collettività non deve mai girarsi dall’altra parte e deve comprendere il significato profondo del valore sociale del tessuto economico e imprenditoriale. E questo ragionamento vale soprattutto se ci caliamo nel microcosmo del territorio in cui viviamo, meritevole di attenzione, rispetto e passione civile.

A Montepaone Lido, una delle località della costa jonica catanzarese che sono maggiormente cresciute in questi ultimi decenni, posta su un tratto di statale 106 che si estende tra il capoluogo e Soverato, ho incontrato Alessandro Pitingolo, titolare del “Mago della Frutta”. Chi mi conosce sa che amo vivere tra le aziende, per percepirne i bisogni e le aspettative, perché le regole dell’economia che ho studiato all’università o leggendo libri e giornali prendano la forma della vita concreta e della dimensione umana. Un frammento famoso di Protagora di Abdera, illustre sofista del V secolo a. C., recita: “L’uomo è misura di tutte le cose”. Il passo è stato letto per sottolinearne il “credo relativista” rispetto alle verità assolute, con approccio illuminista, ma l’esperienza politica del filosofo citato da Platone ci consente, legittimamente, di valutarlo nella sua dimensione “umanistica”. La tradizione vuole che Protagora sia stato scelto da Pericle, leader della democrazia ateniese, per redigere la costituzione di Thurii, la colonia panellenica fondata nel 444 a. C. sulle rovine di Sibari distrutta alcuni decenni prima da Crotone. Un sogno panellenico, quello di Pericle, concepito non a caso in Magna Grecia, sulle rive dello Jonio calabro. Ma ritorniamo, con apparente volo pindarico, al “Mago della frutta”, interessante esperienza imprenditoriale che si svolge nel bel mezzo del Golfo di Squillace.

Nel mondo globale la distribuzione organizzata, che non è da demonizzare purché non pretenda di essere egemonica e totalizzante, ha ridotto gli spazi di manovra dei “piccoli”. Che cosa ha pensato Alessandro Pitingolo per non rimanere schiacciato, come tanti suoi colleghi, dai giganti dell’ortofrutta e dei generi alimentari? Le risposte che Alessandro ha trovato sono tante e tutte degne di un’adeguata valutazione da parte della collettività. Innanzi tutto una scrupolosa scelta della materia prima, affidandosi in maggior parte a prodotti del Sud e Calabresi, spesso provenienti da piccole aziende di filiera corta. Dai finocchi e dai pomodori alle verdure, dalle arance ai salumi, dai latticini al pane. Filosofia “locale” con qualche contaminazione che non guasta mai, come nel caso della porchetta. Eh sì… Perché tra le strategie adottate dal Mago della Frutta c’è anche quella di seguire i consumatori passo passo, “panini” compresi. In Calabria, con linguaggio gergale, si chiamo “colazioni” quei poderosi sfilatini farciti con provola o pecorino, capocollo o mortadella, sottoli e piccantino, che hanno il potere di resuscitare chiunque.

Alessandro Pitingolo ha voluto dotare il suo ampio negozio di un efficiente bancone per il fresco e gli affettati, che dà un’immediata impronta di pulito, ed è arricchito da un addetto competente e ben informato sull’origine di salumi e formaggi. I “panini” e tutto ciò che ruota attorno ad essi vengono anche consegnati a domicilio, preferibilmente all’ora di pranzo, senza alcun aggravio per il servizio. D’estate, ovviamente, con l’arrivo di migliaia di villeggianti, di bagnanti e di residenti catanzaresi o delle Serre e Preserre che si trasferiscono nelle seconde case della costa, la fornitura di saporite “colazioni” è ancora più articolata. Materie prime di straordinaria qualità, dicevamo, selezionate nei vari mercati disponibili, anche in Sicilia, o acquistate direttamente dai produttori, ma con un occhio sempre molto attento ai prezzi. Il Mago della Frutta ha tentato di non scaricare sui consumatori i forti aumenti registratisi in tutti i comparti dell’alimentare: si accontenta di guadagnare il giusto, però vuole mantenere la spesa quotidiana entro limiti di sostenibilità. Contatto diretto con la clientela, alimentato anche da collaboratori sempre disponibili, e poi un duro lavoro di rete con i protagonisti della ristorazione dello stesso territorio. Forniture costanti e servizio capillare.

Alessandro Pitingolo è un uomo ricco di esperienza. Non ha timore di rivelare che qualche errore serio lo ha commesso, per ingenuità, per cattiva gestione dell’entusiasmo giovanile. Ha avuto la forza e l’intelligenza, però, di reagire, di dare un taglio al passato e di rimboccarsi le maniche. Con coraggio e facendo tutto da sé. Da anni ha il culto del lavoro e sta dando tutto se stesso in una fase oggettivamente complessa e carica di problemi: si pensi solo al periodo del Covid o all’inflazione galoppante.

Io non credo nell’individualismo, ma nella società che si organizza e che ha una visione collettiva dei problemi. Una società, certo, che sappia valorizzare e far correre i singoli che meritano, ma che sia anche capace di accompagnare lo sviluppo dei territori con piena consapevolezza e senso di appartenenza. Questo articolo nasce dalla conoscenza diretta dell’esperienza di Alessandro Pitingolo, da una spiccata propensione a difendere l’economia locale, dalla linea editoriale di LaCNews24, voluta dall’editore Domenico Maduli, volta ad aiutare imprenditori ed economia nelle loro sfide. Il Mago della Frutta è collocato in una posizione strategica, a due passi dall’uscita principale per Montepaone Lido che si imbocca dalla statale 106, arteria primaria di traffico sulla sponda jonica. Il Mago della Frutta merita una visita e non sottovalutiate una chiacchierata con Alessandro Pitingolo. Fermandovi una quindicina di minuti vi farà piacere osservare che diversi fornitori locali giungono con i loro piccoli mezzi per consegnare ricotte, provole, caciocavalli, pecorini, salsicce, soppressate, pancette, olive… Un modello di economia che va difeso ed esaltato! I consumatori hanno un grande potere in mano: possono decidere liberamente come e dove spendere i propri soldi.