«Prima le auto, poi tutto il resto». La frase di Donald Trump sui dazi Usa che dal 2 aprile potrebbero essere imposti all’Unione Europea fa tremare. Già il movimento automobilistico ne risente, ma cosa significa quel «tutto il resto»? E anche la Calabria rischia di restare coinvolta, più di quanto si immagini. 

Stando ai dati Istat sviluppati poi da Sace, il gruppo controllato dal Ministero dell'Economia e della Finanza, nel totale dell'export regionale gli Usa rappresentano la destinazione principale fuori dall'Unione Europea con il 9,36%. Un trend che fra l'altro fra il 2021 e il 2023 è stato in crescita costante. 70 milioni nel 2021, 81 milioni e mezzo nel 2022, 82 milioni e mezzo nel 2023, ovvero gli ultimi dati completi che si potevano analizzare.

Dazi Usa, ecco i settori degli export trainanti

Due i settori trainanti dell’export calabresi, l’alimentare e i prodotti chimici, rispettivamente il 34 e il 35% dei ricavi totali. Ragionando sui trienni, fra il 2021 e il 2023 questi due settori hanno portato ricavi per oltre 180 milioni di euro su un totale di 234,13. 91 milioni a testa, con un leggero sorpasso del chimico di 700 mila euro in più, sempre basandosi sui dati Sace.

Va da sé che l'imposizione dei dazi da parte degli Usa così pesanti sarebbe una mazzata non indifferente per la nostra economia, in particolar modo sull'agroalimentare data la richiesta enorme che arriva dai territori degli Stati Uniti d'America con la grande presenza di emigrati. Ma quali sono le province che ci rimetterebbero di più?

Per Reggio Calabria sarebbe un bagno di sangue

A guidare l’export verso gli Usa è Reggio Calabria. Nel 2023, senza i dazi, le aziende della provincia dello Stretto hanno ottenuto ricavi per 45 milioni di euro. Nel triennio che copre dal 2021 al 2023, 123 milioni. Anche qui a tirare la carretta sono alimentare e chimici, con i profumi al bergamotto che evidentemente fanno la parte del leone. Nell’insieme dell’export calabrese, Reggio copre il 50% circa del fatturato. 

Più indietro Catanzaro e Cosenza. Per il capoluogo il totale del fatturato nel triennio 2021-2023 è pari a 41,8 milioni di euro, sulle rive del Crati invece si parla di 38,81 milioni di euro. In queste due province il traino è esclusivamente alimentare. Per Cosenza si tratta del 60% circa degli introiti. 

Molto più staccate Crotone e Vibo. La provincia di Pitagora è fanalino di coda con poco più di dieci milioni, meglio Vibo che sfiora i venti. Un indotto totale di circa 81 milioni di euro l’anno per la Calabria. Resta da capire se quella di Trump sia una guerra a lungo termine o se il tycoon, dopo le provocazioni, tornerà sui propri passi.