I dazi di Trump preoccupano anche le aziende calabresi: a rischio l’export verso gli Usa

VIDEO | In base alle stime, verrebbero compromessi i settori vitivinicolo e olivicolo. La denuncia arriva dal presidente di Coldiretti Calabria Franco Aceto

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di Redazione
26 agosto 2019
16:17

«La guerra dei dazi, cioè di imporre tasse aggiuntive su alcuni prodotti, tra i quali quelli agroalimentari, non è solo una vicenda planetaria ma incide in ogni realtà produttiva» afferma il presidente di Coldiretti Calabria, Franco Aceto. Una barriera artificiale ai flussi di beni voluta dal presidente americano Donald Trump che, secondo l’associazione di categoria, rischia di lasciare «ferite economiche» nelle aziende portando le stesse a non perseguire più programmi di «innovazione, internazionalizzazione e politiche dell’export, su cui tanto in questi ultimi anni hanno investito».

 


«Dai primi dati che abbiamo raccolto  - continua la nota di Coldiretti - tra le aziende agroalimentari calabresi, in particolare del settore vitivinicolo e olivicolo, risulta che almeno il 40% dell’export verso gli Stati Uniti verrebbe compromesso, alimentando quindi una pericolosa spirale e una battuta d’arresto dei flussi dell’export alimentare e agroalimentare». «In base al Rapporto annuale Ice (agenzia che analizza i dati sul commercio estero e l'economia) 2018 l’export totale calabrese di tutti i settori - si legge -  è di oltre mezzo miliardo di euro annuo ed è in costante crescita (+12% nel 2017 e +34,5% nel 2018)». Inoltre «i prodotti agroalimentari e alimentari»,  secondo il rapporto, «rappresentano 1/4 delle esportazioni». «Negli Stati Uniti, va il 51,3% delle esportazioni  di cui quasi la metà sono prodotti agroalimentari ed alimentari. Potremmo pagare quindi un conto salato – dicono dalla Coldiretti – poiché nella black list sulla quale applicare un aumento delle tariffe all’importazioni ci sono vini, formaggi, salumi, pasta, olio extravergine di oliva, agrumi, olive, uva, marmellate, acqua, superalcolici e caffè»

 

«La mossa protezionista – denuncia l’associazione di categoria – risponde alle sollecitazioni della lobby del falso made in Italy alimentare che in Usa fattura 23 miliardi di euro». «Questa è una prima sfida che dovrà affrontare la nuova Commissione Europea guidata dalla tedesca Ursula von der Leyen che dovrà gestire i complessi rapporti con lo storico alleato», afferma il presidente della Coldiretti Nazionale, Ettore Prandini, nell’evidenziare l’importanza di un rinnovato protagonismo dell’Italia per evitare uno scontro dagli scenari inediti e preoccupanti per l’economia nazionale.

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