VIDEO | Il settore è tra i più colpiti dalla pandemia e sono centinaia tra istruttori e proprietari a temere che alla riapertura le strutture rimarranno comunque vuoto
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Tra i settori più colpiti della pandemia rientra senza dubbio lo sport e in particolare le palestre da oltre un anno sono chiuse senza avere alcuna certezza di riapertura. A Reggio Calabria sono tanti gli imprenditori che hanno investito in nuove strutture proprio prima della pandemia. Tutte si sono adeguate alle normative un anno fa per poter riaprire in sicurezza, ma nonostante non si siano mai registrati focolai all’interno delle palestre, le attività rimangono chiuse.
«Stiamo affrontando un vero e proprio calvario – ci racconta Natale Cozzucoli titolare di una palestra reggina – ma non è il covid il solo problema. Non siamo garantiti perché è la gestione che non va bene. Ancora oggi siamo nell’anonimato, non sappiamo neanche a chi dobbiamo rivolgerci per avere delle risposte. E mentre attendiamo stiamo scomparendo perché le bollette, l’affitto e tutti i debiti continuiamo a pagarli e anche se mai riapriremo non riusciremo più a rientrare perché gli aiuti sono stati inconsistenti».
Quello di Natale è un grido che accomuna centinaia di attività della provincia e non solo. Ecco perché i tanti gestori di attività sportive nella provincia reggina sono pronti a scende in piazza oggi per chiedere di tornare a lavorare rivendicando la sicurezza delle palestre. «A ottobre ci hanno anche dato le nuove linee guida perchè siamo stati bravi a far rispettare le regole e garantire la sicurezza ma poi ci hanno chiuso senza mai farci riaprire. L’intero settore è ormai al collasso e abbiamo un timore concreto: le persone alla riapertura torneranno? Non siamo certi perchè in molti si sono attrezzati a casa e altri hanno paura. Così falliremo, non so come dobbiamo fare e chi riuscirà a sopravvivere».
La paura è temuta più del covid e sono centinaia tra istruttori e proprietari a temere che alla riapertura le palestre rimarranno vuote. «Gli aiuti non sono bastati. Siamo stati l’unica categoria ad essere penalizzata rimanendo sempre chiusi – ci conferma Alì imprenditore e istruttore reggino – ci sono persone che vivono con questo lavoro cosa dovrebbero fare, andare a rubare? Abbiamo speso soldi per metterci in regola e ci hanno tagliato fuori. Ma cosa pensano che quando riapriremo con la bacchetta magica tutti torneranno? Non è così, abbiamo bisogno di un sostengo continuo da parte dello Stato. Hanno tolto non solo gli spazi a chi ama lo sport ma anche a chi vive la palestra come un luogo per socializzare. Sono tutti depressi».