Conducenti a noleggio in piazza anche a Catanzaro per protestare contro il decreto emanato dal ministero dei Trasporti che introduce nuovi adempimenti nello svolgimento del servizio. Un presidio si è riunito questa mattina sotto la sede della Prefettura per chiedere un incontro al rappresentante territoriale del Governo teso ad ottenere una sospensione del provvedimento ministeriale.

«I decreti ministeriali (RENT e Foglio di Servizio Elettronico) hanno dato il colpo di grazia alle imprese Ncc poiché violano i principi sanciti dalla Costituzione italiana e dai regolamenti sulla tutela della privacy di conducenti e trasportati», si legge nel documento presentato questa mattina in Prefettura. 

«Chiudono ai contratti di servizio – aggiungono – con soggetti di intermediazione diretta e indiretta, nonché creerebbero una banca dati della clientela dei noleggiatori, individuandone tragitti e dati sensibili».

Le imprese chiedono pertanto «un provvedimento emendativo o un decreto legge che sospenda l’efficacia dell’art. 10bis legge 11 febbraio 2019 n. 12, nonché degli effetti dell’art. 29-comma 1quater della legge 14/2009 (come già fu fatto nel 2009 dal Presidente Berlusconi) e il conseguente ritiro dei due decreti, contemporaneamente l’immediata apertura di un tavolo istituzionale».

«Contestiamo la pausa di venti minuti tra un servizio e un altro» spiega Antonio Parapugna, conducente in piazza questa mattina a Catanzaro. «E non soltanto perché potrebbe avere fretta il cliente o crea problemi a noi lavorativamente ma perché ha un costo. È evidente che se la vettura deve stare ferma per venti minuti questa pausa non la paga nessuno».

Il decreto introduce l’obbligo di compilazione di un foglio di servizio elettronico che contiene i dati del cliente e traccia gli spostamenti del mezzo. Finora sono stati utilizzati in formato cartaceo.

«Il nostro problema – continua Parapugna – è che adesso ci chiedono di accompagnare altri dati che sono dati sensibili da comunicare al ministero. Il sistema diventa così macchinoso, quindi per un viaggio di dieci minuti dobbiamo restare fermi trenta, quaranta minuti, chi paga questa pausa?»

«Questo decreto sta penalizzando eccessivamente la nostra categoria» aggiunge Nicola Gallo. «Ci limita nel lavoro e ci impedisce di prendere servizi da intermediari quali hotel, villaggi turistici e altro. Speriamo che intervenga il presidente del Consiglio che possa bloccare questa porcata fatta solo per spingere l’utenza verso il tassismo. Credo che in molti chiuderanno l’attività, i dipendenti verranno licenziati e ci sarà anche un danno sull’indotto».

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