Non si contano più le saracinesche abbassate lungo corso Vittorio Emanuele III a Vibo Valentia. Tra le luci spente, crea stupore e ammirazione la decisone di un giovane esercente di andare controcorrente e aprire: «Ho una buona dose di coraggio», dice il commerciante mentre continua ad allestire il suo negozio. Una luce in più che illuminerà lo storico corso.

A dare il colpo mortale dopo l’agonia della profonda crisi iniziata qualche anno fa, è stata la pandemia che ha costretto molti imprenditori a gettare la spugna. Basta fare una passeggiata sul desolato corso per rendersi conto delle tante attività, storiche e non, che hanno chiuso. Sulle vetrine i cartelli vendesi o affittasi. E qualcuno, vista la domanda sempre più bassa, ha anche provato ad abbassare il costo della locazione fino a 400 euro per un locale commerciale in pieno centro, un prezzo da affare se si considerano gli affitti che viaggiano tra i 1.000 e i 1.500 euro al mese. Ma neppure questo escamotage sembra avere finora funzionato.

«Abolire l’isola pedonale»

Pochi i commercianti che hanno voglia di parlare. E se la colpa principale sembra ricadere su una classe politica inadeguata, qualcuno avrebbe una proposta semplice per rivitalizzare il corso: «Basterebbe aprire al transito veicolare – dice il titolare di una storica attività – come succede in molti centri urbani. A Catanzaro, ad esempio, l’isola pedonale l’hanno abolita. Ci sarà un motivo, no? Io questa prova la farei, eccome». Per il commerciante, «qualsiasi proposta va valutata, non bisogna solo lamentarsi senza fare nulla». Un altro esercente ci mostra i diversi mezzi che transitano lungo il corso, dalle forze dell’ordine ai corrieri. «Basterebbe attivare l’isola pedonale dalle 18», dice.

I dati Infocamera

Mentre sul corso principale di Vibo Valentia si registra una situazione di profonda sofferenza economica, i dati Infocamera elaborati da Confcommercio Calabria sembrano una beffa, perché fotografano una situazione generale in via di miglioramento. Per la prima volta, infatti, si registra un incremento di nuove imprese in Calabria. Su 513 cessioni, 804 sono state le nuove iscrizioni, con un saldo positivo di 291 attività. Un segnale di ripresa dopo un 2019 e un 2020 che hanno visto le maggiori chiusure. Numeri ancora lontani, comunque, da quelli registrati nel 2010 quando ci fu un vero e proprio boom di nuovi esercizi commerciali.

Osservando il dato in serie storica si rileva infatti come il numero di iscrizioni delle imprese torna a crescere dopo i due anni di flessione del 2019 e 2020. Fortunatamente diminuiscono anche le cessazioni dopo il picco rilevato nel 2019.