Il Tar della Calabria vuole vederci chiaro sulle conseguenze della chiusura al traffico di Viale Mancini, soprattutto sugli eventuali danni cagionati alla titolare della stazione di servizio, situata nel pieno del cantiere della metrotramvia e del Parco del Benessere. 

Accesso alle pompe limitato e crollo degli incassi

Per consentire l'accesso al rifornimento di carburanti, gli operai hanno lasciato aperta una lingua d’asfalto, un budello raggiungibile esclusivamente da Via Quintieri oppure, in alternativa, percorrendo Via Consalvo Aragona. Tutta un’altra storia rispetto all'entità del flusso veicolare precedente all’avvio dei lavori, tanto da far crollare gli incassi del settanta per cento. La titolare, Milena Gabriele, si è rivolta alla giustizia amministrativa con l’obiettivo di ripristinare la transitabilità sulle carreggiate del viale, ricordando che, a suo tempo, siamo alla fine degli anni novanta, venne obbligata proprio dal comune a spostare l’attività dal punto preesistente, ubicato in Piazza Riforma, a quello attuale, individuato da Palazzo dei Bruzi nell’ambito del piano di riordino della rete di impianti sul territorio.

Verifiche affidate alla polizia stradale

I magistrati amministrativi, prima di pronunciarsi nel merito della questione, intendono approfondire la posizione nella quale la stazione di servizio è venuta a trovarsi in virtù dei provvedimenti adottati per fare posto alle nuove opere. Per questo hanno emesso una ordinanza con la quale, oltre a bloccare l’avanzamento dei lavori, incaricano il responsabile della polizia stradale di Cosenza o un suo delegato di verificare «anche mediante l’utilizzo di documentazione fotografica e planimetrica – scrivono i giudici nel dispositivo – i percorsi e i punti di accesso pedonale e veicolare alla stazione di servizio automobilistica di cui è titolare la ricorrente Milena Gabriele». La relazione dovrà essere depositata entro sessanta giorni.

I No Metro si aggiudicano il primo round

Si apre così un nuovo scenario a pochi giorni dalla manifestazione dei comitati No Metro annunciata per il 31 ottobre e che sarà preceduta dal deposito, all’ufficio protocollo del comune, di circa tremila firme raccolte per chiedere al Prefetto di convocare un referendum, così da consentire alla popolazione di esprimersi a favore o contro la costruzione dell’infrastruttura.