Assemblee, scioperi - a partire da quello generale, proclamato insieme alla Uil, per tutti i settori privati il prossimo 11 aprile con manifestazione regionale a Cosenza -, mobilitazioni territoriali e nazionali, sostegno alle vertenze per i rinnovi dei contratti, raccolta delle firme per i referendum e proposte di legge di iniziativa popolare. È questo il pacchetto di iniziative che la Cgil ha messo in campo per una stagione di lotta che vedrà un suo primo epilogo nelle mobilitazioni nazionali del 20 aprile e del 25 maggio, oltre che dei referendum proposti dalla Confederazione per la tutela contro i licenziamenti illegittimi, il superamento della precarietà, la sicurezza nel lavoro in appalto.

A Reggio Calabria, una delle tappe delle assemblee generali indette su tutto il territorio nazionale, alla presenza del segretario regionale Angelo Sposato e della segretaria nazionale Daniela Barbaresi, si è discusso di questo e di come il ricorso allo strumento referendario diventi elemento fondamentale di una strategia complessiva di mobilitazione per il lavoro stabile e di qualità, per aumentare salari e pensioni, per una vera riforma fiscale, e più in generale di un nuovo modello sociale che rimetta al centro il lavoro e la persona.

Barbaresi: «C'è la necessità di ripristinare i diritti dei lavoratori»

«Abbiamo di fronte un percorso di mobilitazione molto importante e anche molto impegnativo – ha esordito la segretaria Barbaresi -. Innanzitutto abbiamo l'11 aprile lo sciopero sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro e poi il 20 aprile abbiamo in programma una grande manifestazione a Roma per la difesa e il rilancio del Servizio Sanitario Nazionale oltre che per un fisco equo e per ribadire la necessità che la salute inizia dai luoghi di lavoro, e quindi salute e sicurezza sui luoghi di lavoro».

Ma non solo perché poi, ha aggiunto la segretaria nazionale, il percorso porterà il popolo del sindacato a una impegnativa iniziativa sul fronte della presentazione di quattro quesiti referendari «per provare a cambiare le norme ingiuste in materia di lavoro», a partire dalla necessità di ripristinare le tutele contro i licenziamenti ingiustificati, e quindi sul tema dell'articolo 18, e poi la necessità di un quesito referendario in materia di precarietà, quindi «per contrastare e per ridimensionare la precarietà nei luoghi di lavoro che è estremamente diffusa e limita e vincola la libertà dei lavoratori e delle lavoratrici; e poi un quesito referendario in materia di appalti, proprio perché anche lì c'è la necessità di ripristinare i diritti di tutte le lavoratrici e dei lavoratori».

Barbaresi ha anche confidato che si sta lavorando anche alla formulazione di proposte di legge di iniziativa popolare come una proposta in materia sempre di lavoro, di contrasto alla precarietà: «Stiamo lavorando anche ad un percorso che ci possa portare una proposta in materia di sanità e Servizio Sanitario Nazionale: è un percorso che stiamo portando avanti assieme anche ad altre realtà, per cui ci siamo impegnati anche con un’ampia rete di associazioni importanti perché è fondamentale anche il supporto e sostegno della società civile oltre che le mobilitazioni che stiamo portando avanti, e anche questo è un fatto importante, insieme alla Uil».

Sposato: «Il più grande ospedale calabrese è fuori dalla Calabria»

Per il segretario regionale Angelo Sposato, questo sono pre condizioni, soprattutto nelle regioni del Sud, che servono a creare le fondamenta anche di quella che è una lotta al precariato e al lavoro sfruttato: «Noi qua ne abbiamo tanto, e soprattutto colpisce i giovani, i giovani laureati che non possono vivere con 500-600 euro al mese, quindi il tema del lavoro di qualità è anche un tema molto molto importante, così come il tema che riguarda la salute. Noi abbiamo un sistema della salute pubblica in Calabria molto molto deficitario».

Sposato si sofferma anche sul fenomeno della mobilità sanitaria passiva che ha ripreso a galoppare rispetto agli anni passati: «Il più grande ospedale che c'è in Calabria è fuori dalla Calabria – dice amaramente - ed è rappresentato dalle persone che si vanno a curare fuori, e poi abbiamo questo tema del lavoro nero, degli appalti e dei subappalti. Noi riteniamo che anche le risorse dei fondi europei e del Pnrr – è la preoccupazione del segretario regionale - possano essere contaminate da questa catena di appalti e subappalti che molte volte mette in pericolo la vita dei lavoratori, perché quando si risparmia in sicurezza si mette in pericolo i lavoratori».

La polemica: «Non bastano i droni, serve un Piano del lavoro»

Quindi questi temi nazionali si intrecciano molto con le questioni regionali e per questa ragione, a parere di Sposato, bisogna dare forza allo sciopero dell'11 aprile a Cosenza, a livello regionale, per poi catalizzare tutte le forze a Roma per la grande mobilitazione per la salute pubblica e per il sistema sanitario pubblico.

Nel frattempo però, assicura il segretario con piglio polemico, si continuerà a monitorare la “vertenza Calabria”: «Abbiamo detto al presidente Occhiuto che se anche quest'anno non si fa un grande piano per il lavoro, sulla manutenzione, sull’assetto idrogeologico e il rischio incendi, ci sarà la mobilitazione. È da tre anni che stiamo chiedendo questo grande piano per il lavoro, la tutela del territorio non si può fare solo con i droni ma bisogna farlo anche con le lavoratrici e i lavoratori».