Sono rari come le mosche bianche i cartellini indicanti i prezzi scontati in applicazione dell'accordo tra il Governo e la grande distribuzione per contrastare l'avanzata dell'inflazione ed alleggerire il paniere della spesa delle famiglie. Spacciata per la panacea di tutti i mali, l'iniziativa ribattezzata carrello tricolore, nel primo mese di applicazione si è rivelata assai deludente. Le stime parlano di un risparmio medio equivalente o addirittura inferiore a quello che si può realizzare prestando attenzione alle abituali offerte dei singoli punti vendita. E comunque ben al di sotto degli incrementi registrati nell'ultimo anno con i prezzi lievitati fino al 25 percento. Inoltre buona parte della scontistica riguarda prodotti a marchio del supermercato, per cui di fatto rappresenta più un'occasione per le grandi catene di incrementare il volume di vendite dei propri articoli che una concreta possibilità a beneficio dei consumatori di contrastare il carovita.

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Perché è calata l'inflazione

Naturalmente l'applicazione del carrello tricolore, checché ne dica il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, che si è dichiarato «molto soddisfatto», nulla centra con il calo dell'inflazione, passata su base annua dal + 5,3 percento di settembre al + 1,8 del mese di ottobre. «La drastica discesa del tasso – spiega l'Istat - si deve in gran parte all'andamento dei prezzi dei beni energetici, in decisa decelerazione tendenziale a causa dell'effetto statistico derivante dal confronto con ottobre 2022, quando si registrarono forti aumenti dei prezzi». Per cui il rallentamento dell'indice è molto vistoso in confronto ai dati dello scorso anno e dunque in confronto ad un periodo in cui le bollette subirono un'anomala spinta verso l'alto trascinando anche il prezzo dei beni di consumo. Ma se si confronta il tasso su base mensile, il discostamento al ribasso dell'inflazione tra settembre ed ottobre 2023 è di appena lo 0,1 percento. Inoltre, analizzando esclusivamente l'andamento dei prezzi dei prodotti alimentari, come rivela l'Unione Consumatori, ad ottobre vi è stato invece un aumento, sia pure impercettibile, anch'esso dello 0,1 percento.

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Sconti marginali

Del resto basta girare per qualche punto vendita per rendersi conto di come la misura del carrello tricolore non possa in alcun modo incidere significativamente sul potere di acquisto delle famiglie. Dalla promozione sono esclusi carne, frutta, verdura, pesce ed altri prodotti freschi. Rimangono i confezionati e quelli a lunga conservazione. In un ipermercato del cosentino abbiamo trovato lo sconto, che è sempre pari al 10 percento, applicato su una mozzarella dietetica, un costoso latte microfiltrato, una panna da cucina, un tè biologico: non proprio beni di prima necessità. Di fatto producono maggiori benefici altre iniziative assunte in autonomia dai grandi distributori ma per conquistare fette di mercato, come la politica dei bassi e fissi oppure del buono sconto da spendere in un secondo momento che può valere fino al 25 percento, o ancora del classico 3x2 che equivale a uno sconto del 33 percento o delle campagne bis, ovvero del prendi due e paghi uno, con uno sconto quindi del 50 percento.

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Il bluff del prezzo medio del carburante

Com'era prevedibile, neppure l'esposizione nei distributori del prezzo medio regionale del carburante, divenuta obbligatoria per legge dallo scorso primo agosto, ha sortito un qualche effetto sui consumatori. Le quotazioni di benzina e diesel hanno continuato a crescere sfondando la quota psicologica delle due euro al litro, tornando poi a calare, guarda caso, al termine del periodo degli spostamenti dei vacanzieri, rimanendo comunque agganciati all'andamento delle borse petrolifere e del valore di scambio euro/dollaro.