Il Sappe scrive al prefetto e denuncia la difficoltà nella gestione dei detenuti con problemi psichiatrici. Il 4 luglio prevista l’astensione dalla mensa di servizio dei poliziotti penitenziari
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Il Sindacato autonomo polizia penitenziaria lancia un vero e proprio grido d’allarme sulla situazione e la sicurezza all’interno del carcere di Vibo Valentia e preannuncia per domani, martedì 4 luglio, l’astensione dalla mensa di servizio dei poliziotti penitenziari. L’iniziativa è promossa da Francesco Ciccone, segretario provinciale Sappe, che ha inviato al prefetto Paolo Giovanni Grieco una dettagliata nota in cui vengono evidenziate le grandi criticità operative della Polizia penitenziaria di Vibo Valentia.
I contenuti della lettera al prefetto
Al centro della missiva, la grave situazione legata alla carenza dell'organico della Polizia penitenziaria e la difficoltà gestionale dei detenuti con patologie psichiatriche. L'ultimo caso, riguarda un ospite della struttura che, come racconta il sindacato, avrebbe devastato circa dieci camere del penitenziario. A ciò si aggiunge la gestione dei detenuti ricoverati in ospedale per cui si necessitano 12 unità giornaliere che si sottraggono alla già difficile situazione organica.
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Il sostegno del Sappe
Donato Capece, segretario generale del Sappe: «Ci attiveremo presso il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria affinché le giuste proteste dei colleghi di Vibo Valentia trovino attenzione e conseguenti provvedimenti. Si adottino con urgenza provvedimenti necessari per salvaguardare la sicurezza del carcere. Ogni giorno giungono notizie di aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese, sempre più contusi, feriti, umiliati e vittime di violenze da parte di una parte di popolazione detenuta che non ha alcuna remora a scagliarsi contro chi in carcere rappresenta lo Stato».
«Sono mesi che portiamo avanti le battaglie a favore di ogni singolo appartenente alla Polizia penitenziaria. Mesi che rivendichiamo il nostro ruolo ormai attaccato da più parti e che vacilla sotto i colpi di normative che non ci tutelano di leggi troppo blande per chi delinque come la vigilanza dinamica ed il regime aperto nelle carceri e di quel partito dell'antipolizia che non perde occasione per strumentalizzare ogni singolo episodio. Dimenticando l'infinito lavoro quotidiano che tutte le donne e gli uomini in divisa compiono con abnegazione ed altissima professionalità ogni giorno». Netta la denuncia del sindacato che anticipa: «Presto torneremo in piazza per manifestare il dissenso verso chi ci ha lasciato senza tutele di fronte a problemi sempre più complessi e per rivendicare tutele, garanzie funzionali e nuovi strumenti che migliorino il nostro servizio, bodycam e Taser, su tutti nuovi protocolli operativi e soprattutto tutele legali».