Sono circa tremila le aziende agricole calabresi che rischiano di andare in crisi a causa della caotica e disordinata distribuzione del gasolio agricolo da parte della Regione Calabria. Una prima assegnazione era avvenuta ad inizio anno, calcolato sulla base delle colture e degli ettari di terreno ma la stagione estiva particolarmente calda ha contribuito ad aumentare le attività agricole esaurendo le risorse in dotazione alle aziende che già nei mesi scorsi avevano avanzato nuove richieste al dipartimento Agricoltura della Cittadella. «L'integrazione da noi chiesta con diverse note è giunta ma in maniera disordinata - conferma Pietro Bozzo, direttore di Coldiretti Cz-Kr-Vv -. Si è generata anche molta confusione perchè una prima assegnazione ha riguardato paradossalmente ad agosto l'altopiano Silano, sulle fasce costiere sarebbe stato invece più utile intervenire. Una seconda assegnazione dopo nostri solleciti, provenuta da tanti sindaci dei territori, è stata fatta a settembre. Ma anche per quella assegnazione sono state individuate soltanto alcune zone della Calabria escludendo quindi interi territori ma anche colture importanti come, ad esempio, l'olivo».

 

Le aziende agricole escluse dalle misure integrative disposte dalla Regione rischiano adesso il collasso:  «C'é molta confusione - continua il direttore di Coldiretti -. Noi abbiamo agricoltori a cui ad alcuni possiamo dire che nella sua zona è possibile fare la richiesta integrativa, ad altri dobbiamo dire no. Quindi è importante che il dipartimento Agricoltura torni a rivisitare queste norme provando a fare chiarezza».

 

Luana Costa