Si moltiplicano le iniziative di protesta in Calabria dopo l’inserimento della regione tra le “zone rosse” per il nuovo Dpcm che prevede, di fatto, il lockdown per le aree più esposte al rischio Covid. In varie zone si registrano iniziative contro la decisione, alimentate soprattutto da imprenditori e commercianti.

 

6 novembre

Proteste a Gioia Tauro

A Gioia Tauro la protesta diventa la richiesta di una risposta sanitaria migliore.  I manifestanti sollecitano una risposta sanitaria migliore e chiedono l’apertura di un reparto Covid per i degenti che escono dalla fase acuta della malattia.

Il sit-in , partecipato da un centinaio di manifestanti - raccolti e con la mascherina in viso, recanti anche una serie di striscioni - è avvenuto senza bloccare l'ingresso dell'ospedale, e sotto la stretta vigilanza di polizia e carabinieri.

Commercianti e cittadini in piazza a Diamante

Anche Diamante scende in strada per manifestare contro le misure restrittive contenute nel nuovo Dpcm del presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte. Cittadini e commercianti si sono dati appuntamento questa mattina alle 10 nei pressi di Piazza Padre Pio e marciando pacificamente hanno poi raggiunto la strada statale 18.

Qui hanno occupato la carreggiata impedendo il passaggio ai mezzi in transito. La manifestazione è monitorata dalle forze dell'ordine. I manifestanti hanno poi esposto striscioni e cartelli per esprimere il disappunto contro la decisione del governo di istituire nuovamente la zona rossa.

Inoltre, i partecipanti chiedono maggiori interventi sulla sanità e la creazione di nuovi posti letto. Megafono alla mano, i manifestanti hanno anche espresso disappunto per una decisione che colpisce maggiormente i commercianti, i quali, con enormi sacrifici, si sono adeguati alle regole anticovid imposte durante la prima ondata di pandemia.

«Prima ci hanno fatto investire migliaia di euro - dice uno di loro - adesso ci chiudono di nuovo». Gli fa eco un altro: «Se non moriremo di virus, moriremo di fame». Intanto a Scalea, i cittadini sono scesi nuovamente in piazza.

A Crotone 70% dei negozi aperti

Né schiamazzi, né violenza. A Crotone la protesta contro il dpcm che dichiara la Calabria zona rossa va in scena lavorando. Nel primo giorno di lockdown, i commercianti crotonesi le cui attività sono tra quelle da tenere chiuse, hanno invece deciso di aprire i loro negozi nonostante i divieti.

Una protesta spontanea, nata attraverso il tam tam sui social, che ha coinvolto il 70% delle attività commerciali nel capoluogo di provincia e che dovrebbe durare solo la giornata di oggi. Sono rimasti aperti soprattutto i negozi di abbigliamento, mentre bar e ristoranti, che pur organizzati per l'asporto (che non è vietato), hanno piazzato i tavolini in strada per accogliere i clienti.

«Crotone ha avuto il coraggio di protestare in modo silenzioso ma concreto contro l'istituzione della zona rossa - ha detto uno dei partecipanti all'iniziativa -. Nonostante il momento di crisi, le problematiche e le difficoltà che abbiamo, protestiamo con dignità facendo il nostro lavoro: restando aperti per non morire.

Un plauso a tutti i colleghi che hanno avuto il coraggio, nonostante il pericolo di incorrere in multe e chiusure, di aprire i loro negozi. Dobbiamo essere orgogliosi di questa risposta. Penso che gli imprenditori abbiano dato l'esempio. Ci stanno arrivando anche plausi da colleghi della Lombardia che vorrebbero imitare la nostra iniziativa».

Protesta anche chi ha deciso di restare chiuso obbedendo alle disposizioni governative, ma ha attaccato alle vetrine dei manifesti contro «un dpcm incomprensibile» e ribadendo di pagare colpe di chi ha gestito in questi anni la sanità calabrese.

A Gioia Tauro negozi del centro aperti

I negozi del centro storico di Gioia Tauro hanno deciso di non chiudere in segno di protesta contro l'istituzione della zona rossa.

5 novembre

Auto sui manifestanti a Tortora 

Un automobilista ha forzato il sit-in che era in atto lungo la strada principale di Tortora, nel Cosentino, e ha travolto diverse persone. Ad avere la peggio è stato un 42enne finito all'ospedale con un trauma contusivo fortunatamente non grave. Ecco il video di quanto accaduto.

Tensioni a Reggio Calabria

Un carabiniere è stato ferito a Reggio Calabria da un sasso scagliato durante una manifestazione di protesta contro l'istituzione della zona rossa nella regione. Il fatto è accaduto in Piazza Italia dove si sono radunate circa 600 persone che hanno urlato slogan e fatto esplodere petardi.

Il militare è stato subito medicato e, a quanto si apprende, ha riportato un graffio dietro a un orecchio. Secondo un testimone, il sasso è stato lanciato dal lato della piazza su cui si affaccia la Palazzo Alvaro, sede della Città Metropolitana. Nella zona sono confluiti due diversi cortei, uno organizzato da movimenti di destra e l'altro costituitosi spontaneamente attraverso i social. Una delegazione di dimostranti è stata ricevuta dal prefetto della città.

In piazza a Locri

(di Ilario Balì)

Anche a Locri, come in altre cittadine calabresi, commercianti e imprenditori sono scesi in piazza per protestare contro il lockdown dichiarato dal Governo che scatterà domani in tutta la regione. I manifestanti hanno bloccato per qualche minuto la statale 106, indignati per una scelta definita sbagliata e penalizzante per il territorio. Presente in piazza dei Martiri anche il sindaco Giovanni Calabrese. «Il mio pensiero sul disastro nella sanità è noto a tutti - ha espresso il primo cittadino- condivido quindi la preoccupazione e il disagio dei locresi. Non dobbiamo morire di Covid, nè di fame».

Proteste a Lamezia 

(di Tiziana Bagnato)

Hanno prima presidiato pacificamente davanti al tribunale di Lamezia Terme e si sono poi spostati davanti alla sede del Comune a via Perugini poco meno di cinquanta tra imprenditori, commercianti e ristoratori. Con dei camion hanno momentaneamente bloccato la strada e si sono poi piazzati davanti all'ingresso del municipio. Protestano contro la zona rossa che ritengono immeritata e manifestano totale sfiducia verso lo Stato ed eventuali ristori. Tra di loro il parlamentare leghista Domenico Furgiuele.

Arrivato anche il sindaco Paolo Mascaro, il quale ha spiegato che nel direttivo dell'Anci in programma per domani mattina si parlerà della situazione in atto, del ricorso sulla zona rossa e inoltre dei ristori che dovrebbero arrivare anche in Calabria essendo tra le zone colpite dalle misure più stringenti.

Proteste a Scalea

(di Francesca Lagatta) 

Statale 18 bloccata, urla di disperazione e fumogeni. È il bollettino di un pomeriggio di proteste contro la paventata chiusura della Calabria sul Tirreno cosentino, manifestazione partita da Scalea ma che promette di estendersi lungo tutto la costa.

Le urla strazianti di commercianti e cittadini

Ai piedi di Torre Talao, lungo la carreggiata della statale 18, ci sono tutti. Bambini, anziani, commercianti, operai, casalinghe e persone comuni. Il loro grido di dolore, urlato da un megafono, è unanime: «Se ci chiudete di nuovo per noi è finita». Domani la Calabria potrebbe entrare di nuovo in lockdown, non per un allarmante numero di contagiati Covid o ricoverati, ma perché un'impennata dei casi manderebbe all'aria un sistema sanitario che porta i segni di anni di commissariamento e malapolitca.

Assente l'amministrazione comunale

Tra i manifestanti pacifici, la politica non c'è e il peso si sente. Dopo un'ora abbondante di accuse e invettive contro il governo, i manifestanti attaccano anche le istituzioni locali, rei di non aver preso parte alla protesta, almeno non ufficialmente. «Se non scendete in piazza con noi, dovete dimettervi». Qualcuno applaude, qualcun altro dissente. Il questa vicenda la politica locale non ha colpe. Intanto al megafono si urla anche il disappunto per un numero esiguo di partecipanti: «Siete solo leoni da tastiera». Su questo punto, invece, sono tutti d'accordo. La protesta, dicono ancora, andrà avanti ad oltranza.

In piazza a Castrovillari

(di Vincenzo Alvaro)

A Castrovillari si sono radunati in piazza municipio in concomitanza con l’avvio del consiglio comunale che discuteva dell’emergenza sanitaria nel Pollino e poco dopo si sono seduti in piazza bloccando il traffico. Così é iniziata la manifestazione dei commercianti e dei ristoratori della città di Castrovillari per protestare contro l’istituzione della zona rossa in Calabria. Da circa un’ora stanno manifestando, sotto lo stretto controllo della polizia di stato e dei carabinieri, e si apprestano ad entrare con una delegazione nel consiglio comunale per portare la loro voce alla politica cittadina.
«Basta siamo stanchi» é l’urlo di tantissimi commercianti che con cartelli in mano stanno manifestando in piazza in maniera vibrata.

In piazza a Castrovillari sono poi arrivati anche i sindaci del comprensorio. Nico De Bartolo sindaco di Morano calabro, Vincenzo Tamburi di San Basile, Angelo Catapano di Frascineto i quali insieme a Domenico Lo Polito, primo cittadino di Castrovillari, stanno promuovendo la nascita di un comitato di protesta del Pollino in accordo ai manifestanti. Nel frattempo il consiglio comunale di Castrovillari sta deliberando un documento unitario riguardante la sanità che sollecita la messa in funzione reale delle Usca per la sanità territoriale da supporto ai medici di base per il periodo emergenziale. E la sanità ospedaliera sollecitando la funzionalità piena dello spoke.

Reggio Calabria

In piazza a Palmi

Serranda alzate e cittadini in strada in segno di disobbedienza contro il lockdown. È questa la proposta che esce dall’assemblea pubblica tenuta a Palmi nel pomeriggio di oggi in piazza Primo Maggio.


Circa 200 cittadini si sono ritrovati per protestare contro l’istituzione della zona rossa in Calabria. Commercianti e artigiani, ma anche professionisti e dipendenti nel settore pubblico e privato hanno voluto manifestare in maniera pacifica l’insofferenza contro a una misura considerata ingiusta e troppo dura nei confronti della nostra regione.

 

Nessun membro dell'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Giuseppe Ranuccio (in isolamento precauzionale), ha partecipato all'evento.

 

La protesta è stata organizzata da un gruppo di cittadini, nella mattinata di oggi, attraverso una pagina Facebook “No zona rossa No”, nata in maniera estemporanea, ma riuscendo a coinvolgere quasi un migliaio di persone.


Un invito alla partecipazione lanciato sui canali social e che in poche ore ha portato in strada più di 250 persone.


L’incontro si è trasformato in un momento di confronto. Molti commercianti si sono soffermati sulle grandi difficoltà che hanno dovuto patire durante il primo lockdown, quando nonostante la chiusura delle loro attività hanno dovuto tenere fede agli impegni economici con le banche e lo Stato. Difficoltà che si potrebbero trasformare in una tragedia dal punto di vista sociale, con licenziamenti e chiusure delle attività alla fine della seconda chiusura della Calabria.

 

A Palmi, città che attende da 13 anni la costruzione del nuovo ospedale mentre il vecchio nosocomio è stato trasformato in un guscio vuoto, il tema del disastro della sanità trova terreno fertile. E subire una nuova chiusura per cause che non sono imputabili ai cittadini appare una beffa difficile da metabolizzare.

 

Aldilà dei numeri e degli indici che hanno portato il governo a decretare la zona rossa in Calabria, infatti, è la questione sanitaria a tenere banco in strada a Palmi insieme alle grandi difficoltà economiche di lavoratori autonomi e professionisti a partita iva.

 

Da questi presupposti è stata lanciata l’idea di sfidare le imposizioni prescritte dal nuovo Dpcm tenendo aperte le attività commerciali. Una ribellione civile che nella giornata di oggi ha trovato diverse sponde in giro per la Calabria, dal Pollino allo Stretto.

 

Manifestazioni a Cosenza

Qualche centinaio di cittadini, tra cui commercianti ed esponenti dei centri sociali, ha promosso, questa sera, a Cosenza, una manifestazione di protesta contro il dpcm che ha istituito la cosiddetta "zona rossa" in Calabria, in vigore da domani. Un sit-in è stato organizzato sull'isola pedonale cittadina e un corteo si è poi mosso verso lo svincolo autostradale di Cosenza Sud. I manifestanti, controllati dalle forze dell'ordine, minacciano adesso di bloccare l'autostrada A2 del Mediterraneo. Per il momento sono stati registrati disagi e rallentamenti solo alla viabilità urbana.

Sit in a Catanzaro

Davanti alle sedi istituzionali più importanti si segnalano piccoli presidi con appelli e cartelli di protesta, ma nel pomeriggio si terranno vere e proprie manifestazioni. A Catanzaro è stato organizzato un sit-in davanti agli uffici della Regione, nel quartiere Germaneto: «Sciopero delle tasse e revoca immediata della zona rossa per difendere il diritto alla libertà e al lavoro del popolo calabrese», afferma l’imprenditore Francesco Chirillo che aggiunge: «L'inaccettabile decisione del Governo di chiuderci ancora una volta in casa per un mese, affondando quello che resta della nostra disastrata economia».

L’iniziativa a Rossano

Analoga iniziativa  a Rossano, dove alle 18,30, in Piazza Bernardino Lefosse, si terrà una «manifestazione pacifica e apartitica indetta da cittadini e commercianti per dire no alla scelta governativa di istituire una zona rossa in Calabria». L’appello rivolto in particolare ai commercianti, al mondo dello sport e ai cittadini è quello di percorrere «insieme le vie principali della città per protestare e fare sentire il nostro dissenso contro questa porcata della zona rossa». Ora dopo ora, però, le iniziative si moltiplicano e sono diversi gli appelli rivolti anche allo sciopero per il pagamento di tasse e tributi.

Reggio pronta alla battaglia legale

Il movimento "la Calabria che vogliamo", guidato dall'ex presidente di Confindustria Reggio Calabria Giuseppe Nucera, annuncia azioni legali contro il Governo: «Abbiamo dato incarico all’avvocato Francesco Palmeri - è scritto in una nota - di predisporre gli atti e procedere sia in sede penale che civile davanti ai giudici perché condannino il capo del Governo ed i commissari che da 10 anni gestiscono la sanità in Calabria al risarcimento degli ingenti danni che la loro condotta provoca alle popolazioni ed alle imprese calabresi».

Mobilitazioni a Palmi, Gioia Tauro

Pomeriggio alle ore 16 a piazza Primo Maggio a Palmi, si terrà un sit in di protesta contro la zona rossa in Calabria. L'idea nasce dal comitato spontaneo "No zona rossa No" che si è formato subito dopo l'annuncio di ieri sera da parte del presidente del Consiglio Giuseppe Conte.


Anche a Gioia Tauro manifestazione dei commercianti, con appuntamento a piazza dell'Incontro alle 19.

 

Ambulanti in piazza

Non solo i commercianti: tra le tante categorie che si preparano per scendere in piazza in queste ore in Calabria ci sono anche gli ambulanti. Nel pomeriggio di oggi, intorno alle 15.30, è stata convocato un loro sit in di protesta di fronte gli uffici della Cittadella Regionale, a Germaneto. Camion e furgoni sono attesi da tutta la Calabria nel piazzale della Regione per protestare contro la zona rossa imposta dal Governo alla Calabria.

 

A Gioia Tauro commercianti e artigiani uniti nella protesta

Commercianti e artigiani di Gioia Tauro stanno organizzando una protesta alla 19 di questa sera contro l’istituzione della zona rossa. In piazza Dell’Incontro ci dovrebbero essere anche i medici di base.

 

Commercianti "sfidano" il lockdown a Taurianova

Domani mattina, 6 novembre, i commercianti di Taurianova si troveranno in piazza Italia per potestare contro la zona rossa imposta dal Governo. «Si comunica che domani 6/11/20 alle ore 09 a Taurianova in Piazza Italia tutti i commercianti parteciperanno ad una manifestazione pacifica, si raccomanda la distanza di sicurezza e l'uso della mascherina».