L'appello di una professionista cosentina al governatore Spirlì: «Molte regioni hanno emesso ordinanze per consentire la riapertura. Il presidente ponderi rischi e benefici»
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L’entrata in zona rossa della Calabria e le possibili ricadute sull’economie locale, preoccupano i negozianti e i titolari di attività. Tra i “delusi” anche i toelettatori che si occupano della cura degli animali da compagnia. A prendere la parola, Sarah Santojanni, toelettatrice cosentina che, intervenuta con una lettera aperta, spiega l’importanza di garantire un servizio a tutela della salute non solo degli amici a 4 zampe ma anche dei loro proprietari.
«“Ci son cascato di nuovo” canta Achille Lauro. E in Calabria – fa presente la signora Santojanni - ci siamo cascati in pieno. Di nuovo in zona rossa, di nuovo chiuse la maggior parte delle attività, toelettature comprese. Ma perché chiudere le tolettature? Quale la possibilità di contagio in una toelettatura? Ma soprattutto a cosa servono le toelettature? Sono fondamentali per il benessere animale e, di conseguenza, per quello del suo padrone o, se preferite, del suo umano convivente. Una famiglia su tre ha un animale che vive in ambiente domestico e dunque l’igiene del cane o del gatto sono di primaria importanza».
Entrando nel dettaglio: «Ci sono cani che non è possibile lavare in casa, per difficoltà e taglia. In toelettatura si effettuano anche bagni medicati per cani affetti da dermatite e altri problemi cutanei che necessitano anche di trattamenti settimanali. Molte razze – aggiunge - hanno bisogno di toelettature periodiche per non incorrere in nodi e feltri. La toelettatura restituisce igiene e salute. Nel settore vengono applicati tutti i protocolli di sicurezza previsti dal D.L. e, da quando è scoppiata la pandemia, sono state rimosse le sale d’attesa, si lavora solo e unicamente per appuntamento e gli ambienti vengono sanificati dopo ogni servizio».
In pratica «il toelettatore non ha rapporti col cliente ma solo con gli amici a quattro zampe. Banalizzando, il rapporto col cliente è come quello che ha il gestore di un autolavaggio o di una lavanderia. Si lascia la macchina, si lascia il capo da lavare e si torna per ritirare la macchina o il cappotto puliti e pagare il servizio. Certo, rispetto a queste ultime attività, la figura professionale del toelettatore è meno conosciuta e spesso viene associata unicamente all’estetica e dunque ad un servizio tutto sommato superfluo, un vezzo. Per questo – rimarca - in Italia è nato un movimento #ilmiolavoroeutile. Un movimento di protesta ma anche di conoscenza che rivendica la dignità del servizio e la necessità di difendere l’igiene e il benessere di animali e umani. Non dimentichiamo che molti animali da compagnia svolgono funzione di pet terapy».
Ad oggi «i presidenti delle regioni Lombardia, Emilia Romagna, Toscana e Puglia si sono resi conto dell’utilità del servizio offerto dalle toelettature e hanno emesso un’ordinanza che permette loro di lavorare. Il movimento #ilmiolavoroeutile si sta organizzando anche in Calabria. Sarebbe auspicabile – conclude la professionista - che l’ordinanza diventasse nazionale ma, nell’attesa, il presidente della regione Calabria potrebbe fare la differenza, ponderando rischi e benefici a favore di una categoria che ha creduto, rischiato e investito in una terra tanto difficile, anche senza pandemia».