«Se si vuole distruggere la mia credibilità politica è un conto, ma mettere in mezzo 250 persone è un’altra cosa. E sono disposto a pagare qualunque prezzo per salvare questi ragazzi». All’indomani dell’annullamento dei 254 contratti a progetto sottoscritti da Calabria Etica a novembre scorso, Pasqualino Ruberto ha preso la parola per difendere i lavoratori della fondazione. Ad essere annullati sono stati i progetti “Responsabilita’ sociale imprese in Calabria“, “Potenziamento per rendere accessibile l’informativa sociale“, “Sostegno delle politiche integrate a favore della famiglia” e  “Piano di comunicazione istituzionale“.


Per Ruberto, impegnato nell’attuale campagna elettorale lametina, tutti i contratti rispecchiano le norme legali e l’iter amministrativo richiesto. Alla Regione, di cui la fondazione è braccio, ha spiegato l’ex presidente, sono stati sempre sottoposti i singoli progetti, con relativo importo dei finanziamenti, numero di risorse da assumere e ricevendo poi il via alle  procedure di selezione del personale, alla stipula dei contratti, e alla concretizzazione del progetto.


«I quattro progetti appena revocati, erano stati avviati a novembre e scadevano a  maggio, fra circa quaranta giorni: perché – chiede allora Ruberto -  se si era verificato un problema nell’iter, la revoca arriva solo ora? E soprattutto, visto che questo tipo di iter viene portato avanti dal 2011 con le medesime modalità, perché non era mai successo niente del genere?». 


La cancellazione dei progetti avrebbe al momento una motivazione burocratica, si tratterebbe di mancata  "repertoriazione". Tra i progetti annullati anche alcuni attivi dal 2006.

 

Tiziana Bagnato