La sezione cinema e audiovisivo della Cna, la Confederazione nazionale dell’Artigianato e della piccola e media impresa, esprime tutta la preoccupazione per le modalità con le quali la Rai Calabria sta gestendo le trattative per il rinnovo delle convenzioni per il servizio di riprese televisive fornite da società esterne.

Attrezzature e spostamenti a proprio carico

Da molti anni la sede regionale della Rai calabrese ha soltanto due operatori di ripresa come personale interno assunto a tempo indeterminato che non sono sufficienti alla realizzazione delle riprese per i telegiornali. La realizzazione dei servizi filmati è quindi affidata a ditte esterne in convenzione che coprono tutto il territorio regionale. Attualmente sono tredici i service che operano in convenzione con la Rai calabrese. Queste ditte forniscono le troupe che realizzano i servizi filmati anche con la presenza di giornalisti interni alla Rai. Le convenzioni prevedono che le ditte forniscano il personale tecnico e l’attrezzatura necessaria, compresi i veicoli per gli spostamenti.

La retribuzione

I contratti prevedono degli obblighi che, nel tempo, sono diventati sempre più onerosi a fronte di una costante diminuzione delle tariffe e della restrizione della durata contrattuale. Le convenzioni, negli anni passati, duravano un anno, adesso è stata ridotta a cinque mesi. Le ditte esterne devono garantire la disponibilità delle troupe 24 ore su 24 per sette giorni su sette. La retribuzione può raggiungere un tetto massimo di diecimila euro nell’arco dei cinque mesi di validità del contratto. Analizzando le convenzioni che la Rai adotta in altre regioni è emersa una forte discrepanza nei budget assegnati alla Calabria che rimangono tra i più bassi d’Italia costituendo una discriminazione territoriale inaccettabile.

Minimi salariali non rispettati

A fronte del risicato budget offerto, la maggior parte delle ditte esterne utilizza una sola persona per l’espletamento contrattuale e ciò si traduce in una disponibilità oraria che supera abbondantemente il rispetto dei contratti di lavoro per gli operatori senza che vengano riconosciuti, da parte della Rai, i minimi salariali previsti. Inoltre le ditte sono obbligate a sottoscrivere alcune clausole contrattuali, tra le quali la piena assunzione di responsabilità sul contenuto delle riprese in caso di pretese formulate da terzi.

Professionalità svilite

Le convenzioni non sono oggetto di trattativa negoziale. Una sorta di contratto capestro che ha svilito negli anni il ruolo fondamentale degli operatori esterni che oggi sono in grande difficoltà costretti ad accettare condizioni di lavoro e retribuzioni non adeguate al loro ruolo fondamentale e a non protestare, pena la rescissione contrattuale. Dietro i service ci sono persone che per lunghi anni hanno messo a disposizione della Rai la propria professionalità e garantito l’esclusiva delle proprie prestazioni, oltre ad aver effettuato continui investimenti per adeguamenti tecnologici.

Oggi queste persone non sono più in grado di produrre un reddito adeguato che vada aldilà della pura sopravvivenza. A fronte di questa drammatica situazione la Cna audiovisivi della Calabria chiederà nei prossimi giorni un incontro urgente con i vertici nazionali della Rai e con la Commissione Parlamentare di Vigilanza sulla Rai a tutela delle aziende iscritte alla Confederazione.