VIDEO | Prosegue la nostra inchiesta sull'associazione che tiene inattivo lo Sportello. L'ente avrebbe maturato debiti con due professionisti impegnati nell'ufficio pensato per tutelare le vittime
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Pur essendo ferma dal giugno del 2019, l’Associazione antiracket della provincia di Vibo Valentia ha un debito con due professionisti che hanno lavorato nello Sportello che forniva assistenza alle vittime. È questa l’altra amara verità che viene a galla dall’inchiesta del nostro network, dopo aver messo in luce il contradditorio utilizzo dei fondi destinati alla legalità – durante la sindacatura D’Agostino mezzo milione se ne andò per la riqualificazione dell’auditorium del Valentianum – e dopo aver scoperto che è chiuso l’ufficio adibito per chi vuole denunciare racket ed usura.
Le parole del sindaco Limardo
Il sindaco Maria Limardo ha ammesso che esiste il problema «visto che la Camera di commercio ha chiesto una rendicontazione più precisa, mentre i due operatori sostengono che non possono fornire dati sensibili dei commercianti che si sono rivolti a loro». Non sono cifre altissime quelle rivendicate dall’avvocato e dallo psicologo – poco meno di 15.000 euro per due – ma tale situazione indica anche come si sia proceduti piuttosto “allegramente” fin qui, rispetto ad un bando di selezione varato all’epoca del sindaco Costa per delle convenzioni che sono scadute nei giorni in cui a palazzo Luigi Razza si insediava il nuovo sindaco.
Limardo ha garantito che una soluzione tecnica verrà presto trovata per liquidare le spettanze, annunciando anche la convocazione per domani di una nuova riunione del Coordinamento che dovrà provvedere al rilancio dell’associazione. «Hanno chiesto di aderire – ha concluso il sindaco – il vescovo e la Cia, e nell’incontro che avremo prenderemo atto di queste domande di adesione e inizieremo a valutare come far ripartire lo Sportello».