VIDEO | L'azienda fondata dal compianto ex presidente del Catanzaro Giuseppe Cosentino ha già 4 capannoni nell'area ed ha chiesto al Comune di ampliare l'attività prima di cederla
Tutti gli articoli di Economia e lavoro
Ci sono nuovi nomi, e altri numeri, nella galassia di imprese calabresi su cui Amazon punterebbe per il suo sbarco nel retroporto di Gioia Tauro. Li rivela il sindaco Aldo Alessio che, prima del sindacato e dei partiti che fanno opposizione al presidente della Regione Occhiuto, ha riaperto i faldoni che nel suo municipio contengono carte e cartine, relativi alla costruzione del capannone da adibire a piattaforma logistica per il colosso americano. «Si tratta – spiega l’amministratore – di un’area di 37.000 mq alle spalle del porto. Nel febbraio del 2021 pervenne ai nostri uffici una richiesta, da parte della società Gicos, ottemperata con l’autorizzazione a costruire nell’agosto successivo».
A favorire l’arrivo del grande gruppo, quindi, c’è la società di import export fondata dall’ex presidente del Catanzaro calcio, il compianto Giuseppe Cosentino, la cui impresa, in realtà, aveva già 4 capannoni nel retroporto gioiese, chiedendo e ottenendo un ampliamento per questa quinta struttura che sorge di fianco appunto.
«Successivamente – prosegue Alessio – Gicos ha volturato la proprietà, il terreno e la costruzione ad un’altra azienda, Gestione Immobiliare Srl». È quest’ultima società, che non avrebbe nessuna sede legale in Calabria, il general contractor legato ad Amazon da un contratto per un subentro per ora non avvenuto – così aveva detto l’imprenditore intervistato ai cancelli del compendio industriale – curando la costruzione anche attraverso le ditte degli imprenditori gioiesi Luigi Giacobbe e Vittorio Furfaro.
«Come si vede – conclude il sindaco polemicamente – il presidente Occhiuto si è venduto la notizia di una pianificazione datata, che certamente risale a prima che lui si insediasse. Ora, però, se vuole fare politica grazie ad Amazon ci deve dare altri particolari, intanto spiegarci a quali condizioni l’insediamento avverrebbe, se saranno direttamente gli americani a gestire la piattaforma, con quanti posti di lavoro garantiti e con quali condizioni contrattuali per gli addetti».