Il primo intervento, dopo l’approvazione della proposta di revisione del Pnrr approvata dal Consiglio dell’Unione europea lo scorso 8 dicembre, «ha sancito l’uscita integrale dal perimetro del Piano di alcune misure e il parziale ridimensionamento di altre». Per la Calabria, questa decisione ha comportato un taglio in linea con il dato nazionale: «gli investimenti non più ricompresi nel Piano ammontano a 378 milioni (l’8 per cento delle assegnazioni totali)» e sono «concentrati nell’ambito della tutela del territorio, prevalentemente di competenza comunale».

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Mancano, invece, informazioni di dettaglio «per le misure che sperimentano una modifica parziale della fonte di finanziamento». L’ipotesi messa sul piatto dalla Banca d’Italia nel rapporto sull’economia regionale presentato ieri a Catanzaro è che verranno collocati «al di fuori del Piano ulteriori interventi per poco più di 380 milioni», sempre immaginando «una riduzione delle risorse pari a quella nazionale». Il taglio totale (somma delle misure uscite integralmente dal Piano e di quelle ridimensionate) è di 758 milioni di euro.

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Pnrr, il problema dei Comuni non sono gli organici ma le competenze

Altra questione legata all’utilizzo dei finanziamenti stanziati dall’Europa per ripartire dopo la crisi Covid: la capacità di svolgere in tempi relativamente brevi tutte le fasi dell’attuazione degli interventi. Una capacità legata alla dotazione e alle competenze del personale. La prima: i Comuni calabresi alla fine del 2022 si avvalevano di un organico di 62 addetti ogni 10mila abitanti, in linea con il dato nazionale. Gli enti più piccoli, «che in regione rappresentano una quota significativa di amministrazioni» hanno addirittura «una maggiore dotazione di personale in rapporto alla popolazione»: il guaio è che «più spesso» le assunzioni sono caratterizzate da forme contrattuali atipiche e con una minore incidenza di laureati. Nei Comuni fino a 5mila abitanti la percentuale di personale con una laurea è pari al 17%, ben al disotto della media nazionale. Nei centri tra 5 e 20mila abitanti il dato sale al 21,2% e si arriva al 34% per gli enti con più di 20mila abitanti.

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Pnrr Calabria, avviate gare per 430 milioni di euro

Il report di Bankitalia si occupa anche di analizzare quanti milioni il Pnrr abbia effettivamente scaricato sul territorio. Il primo dato è quello delle gare bandite che, secondo i dati dell’Autorità nazionale anticorruzione e del portale del Consiglio dei ministri per il monitoraggio del Pnrr, erano quasi 3500, per un importo di 1,5 miliardi, pari a circa l’80% del totale delle gare collegate in regione al Piano. La maggior parte delle gare erano riconducibili ai Comuni: procedure di importo contenuto (più di tre quinti non superavano i 150mila euro) che rappresentavano circa il 60 per cento del valore dei bandi. Limitato il peso delle gare delle Amministrazioni centrali: solo il 14% del valore complessivo dei bandi (la media italiana è del 36%). Secondo le elaborazioni dei tecnici di Palazzo Koch, «i cantieri collegati al Pnrr avviati in regione tra il mese di novembre del 2021 e febbraio 2024 erano più di 750, corrispondenti a gare per un importo complessivo di circa 430 milioni (il 49 per cento del valore dei bandi aggiudicati; era il 64 in Italia)». E il valore dei cantieri conclusi «era pari all’8% di quelli avviati».