Inizierà domattina alle 11,30 in IV commissione l’iter relativo alla proposta di legge presentata dal consigliere Graziano e De Nisi. Si tratta di una legge composta da soli cinque articoli ma dalle grandi ricadute economiche. La proposta infatti è volta a permettere alla Regione l’acquisizione dei crediti incagliati connessi al Superbonus per dare una risposta alle aziende in sofferenza.

Una tendenza che si sta espandendo in tutta Italia. Il mercato è inondato da miliardi di crediti che non riesce ad assorbire perché le banche hanno esaurito la loro capacità fiscale, perciò entrano in campo province e Regioni. La prima è stata la Provincia di Treviso che ha acquisito da banche locali crediti per 14,5 milioni di euro. Subito dopo c’è stata la Regione Sardegna, a guida centrodestra, che ha approvato un emendamento nella sua Finanziaria e ritiene di poter compensare circa 40/50 milioni di euro al mese.

A ruota hanno intrapreso questa strada anche altre regioni come il Piemonte, Puglia, Campania. In Calabria, secondo alcune stime, i crediti che hanno in pancia le imprese si aggirano attorno ai 500 milioni di euro. La proposta di legge prevede una semplice operazione di ingegneria finanziaria con la Regione che acquista i crediti e poi li sconta sulle imposte che dovrebbe pagare per i suoi dipendenti, per quelli delle partecipate e altri eventuali debiti fiscali. Il gioco insomma sarebbe a somma zero e quindi con nessun esborso finanziario da parte dei contribuenti calabresi. Anzi. Ci potrebbero essere anche margini di speculazione se i crediti vengono acquisiti con un differenziale fra il prezzo d’acquisto e il valore nominale.

Domani, come detto, inizierà l’iter in commissione della proposta e saranno auditi il presidente di Confapi, Franco Napoli, e soprattutto il presidente di Ance Calabria, Giovambattista Piercacciante. SI perchè se la legge è snella bisogna affinare il suo meccanismo a partire dal soggetto gestore che la legge per ora individua in Fincalabra. Bisognerà poi vedere nel concreto i regolamenti attuativi per capire come funzionerà il meccanismo. Certamente ad occhio pare difficile che la Regione possa assorbire in un solo anno 500 milioni di crediti, quindi bisognerà pensare ad una attività pluriennale. Per il momento la legge dice che Fincalabra individuerà gli istituti di credito da cui acquisire il credito fiscale da bonus edilizi seguendo alcuni criteri: vale a dire la percentuale di sconto sul credito ceduto praticato dall’istituto bancario, la maggiore capillarità di sportelli presenti in regione e gli istituti di credito cooperativo a carattere regionale fondati in Calabria.  

Per capire l’importanza di questa partita dobbiamo considerare che la spesa complessiva in regione relativamente al 2022, secondo i dati di Enea, è stata di circa 1 miliardo e mezzo di euro. Tale ammontare prodotto nelle costruzioni, in virtù delle molteplici e importanti connessioni del settore con tutta la sua lunga filiera, ha generato un effetto totale sull’economia calabrese di 4,5 miliardi di euro circa, che si è tradotto in importanti ricadute sull’occupazione, con un incremento considerevole dei posti di lavoro nelle costruzioni e nel relativo indotto. Il problema è che i primi dati del 2023 registrano una frenata decisa del settore proprio a causa dell’incertezza sul godimento dei vantaggi connessi alla misura. Una frenata che la debole economia calabrese di certo non può permettersi.