È atteso per il prossimo 31 agosto a Milano il tavolo operativo per decidere come salvaguardare i posti di lavoro dei 79 dipendenti del caseificio, afferente al gruppo Castelli di proprietà della Multinazionale francese Lactalis, con sede a San Gregorio a Reggio Calabria, e che sarà chiuso entro il primo trimestre del 2023. Si tratta dell'unico stabilimento del Gruppo in Calabria, che dalla mobilitazione dello scorso 27 giugno continua ad essere presidiato con le bandiere delle sigle sindacali.

In occasione dello scorso (secondo) incontro istituzionale svoltosi a Roma, presso la sede della Conferenza delle Regioni, alla presenza dei rappresentanti istituzionali, il gruppo Castelli ha ribadito l’intenzione di chiudere e ha presentato un piano industriale in cui non vi è più spazio per la produzione seppure di eccellenza dello stabilimento reggino, accordando tuttavia l’allungamento dei tempi entro cui chiudere in caso di subentro di nuova proprietà o riconversione dell’attività. Ciò ha aperto una nuova fase della vertenza, sempre orientata alla difesa dei livelli occupazionali e non senza incognite. 

Le delegazioni territoriali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil sono state già convocate per il 31 agosto a Milano. Hanno ricevuto comunicazione all’indomani della riunione istituzionale a Roma dello scorso 19 luglio alla presenza dei sindaci facenti funzioni Paolo Brunetti e Carmelo Versace, rispettivamente di Comune e Città Metropolitana di Reggio Calabria, e vicepresidente della Regione oltre che assessora al Lavoro, Giuseppina Princi.

Dinnanzi alle posizioni manifestate dal gruppo Castelli, i Sindacati restano concentrati su come tutelare i lavoratori. Si attende di sapere se ci siano acquirenti, quale sia il prezzo o se le prospettive siano di riconversione del sito produttivo. Un percorso che va agganciato al piano sociale che i Sindacati si aspettano di conoscere proprio in occasione della prossima riunione a Milano.  

L'aspettativa è che il Gruppo Castelli illustri tutte le posizioni libere negli altri stabilimenti di proprietà. I sindacati non intendono infatti recedere dalla richiesta che si vi siano anche per i dipendenti di Reggio Calabria, qualora volessero prenderle in considerazione, le opportunità di ricollocarsi altrove come per l’altro stabilimento in chiusura di Ponte Buggianese. Il piano sociale dovrà anche contemplare gli aiuti in caso di trasferimenti e gli incentivi all’esodo.

Certamente lo stabilimento è avviato e con linee lunghe, già rodate per produzioni massive destinate alla grande distribuzione e che potrebbero certamente attirare qualche investitore. Stesso dicasi per il personale già formato e professionale e che, nel caso di una riconversione, dovrebbe contare su una nuova e adeguata formazione.   

In questo senso, come anche nella trattativa per la vendita o la riconversione, garanti dovranno rendersi le Istituzioni al fine di assicurare l’adozione di soluzioni che non disperdano alcun posto di lavoro. Con ogni probabilità, seguirà nuovo incontro a Roma con rappresentanti istituzionali, dopo l’atteso tavolo operativo a Milano.