VIDEO | A denunciare il fatto gli imprenditori agricoli. Al danno da mezzo milione di euro si aggiunge la beffa: i detriti che hanno otturato i canali ora bloccano l’erogazione dell’acqua
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Tra le decine di imprese agricole che si affacciano sulla statale 18 nel tratto che collega Lamezia a Pizzo, la paura nella notte tra giovedì e venerdì scorso è stata tanta.
I canali sono esondati, l’acqua è entrata nelle case, si è alzata fino a superare un metro e mezzo. E quando tutto è finito, quando l’acqua è defluita, agli imprenditori non è rimasto altro che rimboccarsi le maniche con la rabbia a far tremare i polsi, perché quei canali che sono tracimati sono canali di scolo.
Canali che dovrebbero evitare quanto accaduto anziché diventarne una delle cause e che, invece, per la cattiva manutenzione, l’accumulo di detriti e a volte, ci spiegano, di vere e proprie discariche, sono esondati.
L’azienda vivaistica Serratore è una della aziende agricole che più sono state devastate. Difficile calcolare i danni secondo il titolare Oscar Serratore, anche se una stima approssimativa si aggirerebbe intorno a circa mezzo milione di euro.
«Gli organi preposti ad occuparsi dei canali di scolo e a mantenerli puliti trascurano questo problema. Ora sta a noi darci da fare», ci dice mostrandoci i segni del punto in cui l’acqua è arrivata e le serre disastrate.
Nella sua azienda in questi giorni sono in tanti gli adibiti solo alla pulizia e alla raccolta del fango, la maggior parte dei mezzi meccanici sono fuori uso.
Oltre al danno c’è poi la beffa. Gli stessi detriti che hanno intasato i canali di scolo ora bloccano l’erogazione dell’acqua, denuncia la responsabile Cia Calabria Centro Maria Grazia Milone, con ulteriori gravi danni per gli imprenditori.
Imprenditori che sin da venerdì, tramite Cia, Confagricoltura e Copagri hanno chiesto stato di calamità naturale.