Aiutare concretamente l’economia del territorio attraverso il consumo di prodotti calabresi nell’era post covid, è lo scopo della campagna di sensibilizzazione “100 per 100 Calabria” lanciata dall’imprenditore catanzarese Giovanni Sgrò, titolare di tre esercizi commerciali a Satriano, Montepaone e Rende, ideatore del progetto culturale Naturium: «Naturium è un marchio che vuol dire tante cose: educazione civica, educazione alimentare, etica sul lavoro e spendere bene, proprio per questo il nostro invito è quello di sostenere le aziende serie, l’economia locale, il prodotti calabresi».

I marchi storici

Spendere bene dunque per aiutare la filiera agroalimentare calabrese, tra i settori chiave della nostra economia, perfetta sintesi tra tradizione e qualità: «All’iniziativa hanno aderito le maggiori aziende – spiega Sgrò -: abbiamo iniziato con una campagna di comunicazione su Caffo, nella prossima settimana parleremo di Librandi, in quella successiva di Callipo, poi Guglielmo, Amarelli e di tantissime altre aziende che in Calabria hanno fatto la storia dell’agroalimentare e che sono ormai aziende internazionali».

Le imprese locali

Non solo marchi storici e prestigiosi. Per aiutare l’economia calabrese in questo delicato momento storico è importante incentivare anche il consumo di prodotti di start-up e piccole imprese locali: «Ad esempio promuoviamo il vino della cantina sociale di Bivongi che viene proposto ad un prezzo accessibile a tutti. Nella stessa cantina c’è anche la produzione di vini Doc, un po’ più importanti. Dunque un paniere con proposte sia per il consumatore che vuole assaporare ogni giorno un vino di qualità ma anche una bottiglia adatta a circostanze speciali. E ancora, abbiamo il caciocavallo silano, molto apprezzato a livello mondiale, dal sapore deciso, con un ottimo rapporto tra grassi e proteine; le olive di un’azienda di Gioia Tauro, da 70 anni presente sulla piana, oggi tra i prodotti dell’enogastronomia di tutto il mondo».

Sapori autentici

Sapori che sono il frutto di una terra ricca e genuina quindi, tra quelli maggiormente ricercati dai consumatori, come conferma Roberta Frustaci, del reparto ortofrutticolo dell’Urban Market di Montepaone: «Gli acquirenti chiedono principalmente i prodotti locali. Noi proponiamo ad esempio la “pesca tabacchiera”, molto particolare perchè schiacciata ai poli; poi i nostri pomodori, il “costoluto” o il “belmonte” di Montepaone; la cipolla di Tropea con il marchio Igp, dalla tipica forma allungata e dal sapore dolce, ottima per l’insalata o per farla cotta; le pesche o le albicocche provenienti dalla Valle dell’Esaro o quelle di Sellia Marina; le ciliegie dei paesi limitrofi come Satriano dove quest’anno c’è stata una buona produzione».

Rapporto qualità-prezzo

Ma tra le battaglie di Naturium c’è anche quella relativa al prezzo giusto pagato dal consumatore: «Chi compra un prodotto spesso decide per quello che costa meno ma dobbiamo capire che la ricerca spasmodica di prodotti a basso prezzo non porta vantaggi né al nostro territorio nè all’economia in generale – spiega l’imprenditore -, perché dietro quel prezzo basso ci può essere sfruttamento, ci può essere lavoro nero, prodotti che non garantiscono la salubrità».

Negozi di vicinato

E tra gli effetti che il covid ha avuto sulle abitudini quotidiane c’è anche quello della riscoperta dei piccoli negozi di vicinato: «Tanti piccoli negozietti hanno vissuto una sorta di risveglio dal punto di vista economico. Questo è stato quasi un sogno, da tempo auspicavo un ritorno alle botteghe, alle piccole attività commerciali dei paesi e spero che si riesca a mantenere questo trend».

Le ricadute turistiche e occupazionali

Sono tutte circostanze, quelle nate in questo epocale momento storico, che per l’imprenditore Giovanni Sgrò possono tradursi in nuove opportunità che se adeguatamente sfruttate potranno incidere sull’economia locale anche dal punto di vista turistico: «La Calabria può avere un ruolo molto interessante considerato che ci sarà un turismo diffuso molto esigente. E allora rivolgo un appello anche ai sindaci dei comuni calabresi affinchè si faccia rete con i propri abitanti per offrire un’ospitalità che tenga conto dei prodotti regionali. Turismo, imprese, popolazione: è un sistema che può generare sviluppo ed ossigeno al nostro territorio e allo stesso tempo creare posti di lavoro. Tanti giovani sono alla ricerca di un’occupazione ed è a loro che mi rivolgo: il lavoro non arriva per caso, tante volte bisogna crearlo, studiarlo, bisogna verificare i trend del mercato e buttarsi anima e corpo». Un invito poi anche alle scuole: «Portate i vostri ragazzi a visitare le aziende calabresi perché i giovani devono innamorarsi dei nostri prodotti, devono capire che in Calabria ci sono realtà sane che meritano di essere sostenute».

L'appello ai consumatori

Tornando poi alla campagna “100 per cento calabrese”, l’auspicio è che sempre più aziende possano sposare l’iniziativa ma che soprattutto i cittadini capiscano l’importanza di consumare calabrese: «Noi stiamo cercando soprattutto di stimolare l’opinione pubblica perché i produttori sono già pronti. Ora manca l’ultimo passaggio – sottolinea Sgrò - che è quello del consumatore: vogliamo che il cittadino sia più attento perché con i propri soldi può decidere il destino di un’azienda, di una popolazione, di un’area geografica».