Integrazione, inserimento nel mondo del lavoro e soprattutto continuità operativa, da perseguirsi attraverso il sostegno delle istituzioni. Questi i principi ispiratori della mostra permanente inaugurata martedì 18 febbraio, alla capitaneria di porto di Vibo Marina, dove hanno trovato spazio le opere in ceramica realizzate dai ragazzi ospiti della dalla cooperativa sociale “La voce del silenzio” di Pizzo Calabro.


Una mostra realizzata grazie al supporto dei maestri ceramisti di Vietri, entrati in contatto con la Onlus nel corso di un percorso spirituale che aveva portato i maestri campani a san Francesco di Paola, e favorito la nascita di un supporto che consiste nell’invio dei materiali di laboratorio, e nella messa a disposizione delle proprie competenze. Le stesse che hanno permesso ai ragazzi speciali di dar vita alle opere esposte oggi in capitaneria di Porto, e da qualche anno, con iniziativa analoga, anche in Prefettura.

Obiettivo inclusione

«Lo scopo non è tenere la persona a casa, ma reinserirla nel mondo del lavoro per dargli una propria dignità - ha dichiarato Francesco la Torre, a capo della Onlus un tempo guidata dalla moglie, collega psichiatra venuta a mancare lo scorso anno e della quale ha raccolto l’eredità morale e gestionale della Onlus -. Un progetto che deve assolutamente continuare, e che può farlo solo col supporto pieno e totale delle istituzioni», ha proseguito quindi la Torre, nel riassumere le finalità del progetto portato avanti dalla sua cooperativa, e mostrando con orgoglio le opere realizzate nei laboratori destinati a persone con difficoltà di integrazione e a soggetti deboli.

 

I primi sostenitori

È toccato a Giuseppe Spera, comandante della Capitaneria di porto e primo sostenitore dell’evento, accogliere le autorità militari e religiose accorse al taglio del nastro. «Sono felice – ha dichiarato - di vedere giunto a conclusione un progetto iniziato agli albori del mio insediamento, e che ho voluto fortemente. Segno dell’attenzione che mostriamo verso l’intera comunità: ad iniziare dalle fasce sociali più deboli. In linea con le sue, le parole del direttore marittimo della Calabria e della Basilicata tirrenica e comandante del porto di Reggio Calabria Antonio Ranieri: «Il lavoro della Marina non è limitato a ciò che concerne il mare, ma anzi trova estensione nel supporto verso tutte le iniziative positive che nascono nel nostro territorio, come in questo caso».

 

Le opere 

Tra le opere presenti, lastre in ceramica riproducenti scorci paesaggistici, mestieri tradizionali, monumenti celebri della costa, anche una bella deposizione sacra, ripresa da una immagine sacra inviata ai ragazzi da monsignor Luigi Renzo, vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea.

E proprio l’alto prelato, cui è andato il compito di tagliare il nastro insieme tra gli altri al prefetto Francesco Zito, ha dichiarato: «Considero questi lavori come un’espressione della bellezza spirituale donataci dal Signore, che è potuta emergere in questi ragazzi grazie alla dedizione e all’impegno profusi dai professionisti che li hanno accompagnati durante il percorso: docenti, volontari, personale medico». Insieme ai ragazzi ed alle loro famiglie, oltre ai già citati, erano presenti il procuratore della Repubblica di Vibo Valentia Camillo Falvo, il questore Annino Gargano, il Comandante Provinciale dei Carabinieri Bruno Capece ed il comandante dei carabinieri di Vibo Gianfranco Pino.

*a cura di

Emanuele Veltri per LaC School