I vasai e carbonari calabresi trionfano con Caracciolo al Festival del cinema rurale

VIDEO | Il videoreporter di LaC ottiene il premio ex equo come miglior documentario rurale. Al centro, due mestieri antichi in via d'estinzione

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di G. D.A.
1 dicembre 2019
13:10
La consegna del premio a Caracciolo
La consegna del premio a Caracciolo

Nuovo prestigioso riconoscimento per il videoreporter di LaC Tv, Saverio Caracciolo. I due documentari “I carbonari” e “La terra cotta” hanno vinto ex aequo il premio come miglior documentario rurale. La cerimonia finale del Festival del cinema rurale contadino si è tenuta al teatro comunale di Casalmaggiore, Cremona, in Lombardia. Qui i due lavori realizzati dal professionista vibonese sono stati apprezzati e premiati.  Attraverso immagini, infatti, sono stati accuratamente delineati piccoli mondi a rischio estinzione. La dura fatica, il lavoro delle mani, la creatività dell’artista che plasma la materia, l’attaccamento alle proprie radici culturali. Sono tutti aspetti raccolti nei due filmati, realizzati a Serra San Bruno e Gerocarne, nel Vibonese. Perle preziose che non sono passate inosservate alla giuria esaminatrice che ha così motivato il riconoscimento tributato a Caracciolo: «Un regista che riesce, con entrambe le sue opere, a raccontare mestieri antichi e molto duri, in controtendenza con i ritmi moderni rapidi ma speso superficiali».


La terra cotta

Il viaggio nella terracotta parte dal borgo di Gerocarne, all’interno della bottega “Papillo”. Qui si tramandano di padre in figlio, i segreti di un mestiere impegnativo, fatto di gesti lenti e pazienza. Ma anche tanta passione per permettere ad un’arte secolare di sopravvivere e proiettarsi nel futuro. La creazione del vasellame, infatti, viene espletata attraverso antiche tecniche e si conclude nella cottura in forno. Una struttura del 1500 ancora viva e perfettamente funzionante.

I carbonari

Mani e visi scavati dalla fatica. Ma anche lo sguardo fiero di chi porta avanti un mestiere che resiste. In passato, nel cuore delle Serre vibonesi, in questo settore lavoravano decine di famiglie. Per la città della Certosa i boschi erano vita e fonte di sostentamento. Le attività connesse quindi, rappresentavano possibilità di reddito. La lavorazione del carbone parte dalla scelta del legno, passa dalla realizzazione di covoni, e si conclude con la copertura di paglia e terra che ne garantisce la cottura e la completa disidratazione. 

Il commento

Solo pochi giorni fa, Saverio Caracciolo ha trionfato nell’ambito della rassegna internazionale “Vittorio De Seta” dedicata ai documentari etnografici, ottenendo con il reportage “La Pita”, il primo premio. Quello a Casalmaggiore rappresenta un'ulteriore conferma delle qualità umane e professionali del videoreporter di LaC: «Questo premio lo voglio dedicare alla famiglia Papillo, ceramisti di Gerocarne e alla famiglia Scrivo, i carbonari di Serra San Bruno  ma anche ai miei colleghi del Network LaC e del Gruppo Pubbliemme, che ogni giorno mi sostengono nei miei vari reportage», il breve commento. g.d'a. 

 

Giornalista
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