Alla guida dei Bianchi di San Nicola si insedia Giuseppe Maria Romano. Una delle istituzioni più antiche d'Italia
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La scena culturale tropeana segna un cambio di passo. Dopo un anno dedicato alla promozione del patrimonio, all’approfondimento di temi storici ed alla riflessione spirituale, si rinnovano i vertici di una delle istituzioni più antiche di Calabria e d’Italia, la Confraternita dei Bianchi di San Nicola. Qui, tra gli scranni dove siedono i rappresentanti delle famiglie titolate preposte un tempo al governo della città, al posto del priore uscente Giuseppe Adilardi si è insediato nei giorni scorsi, sotto l’occhio vigile dell’assistente spirituale don Ignazio Toraldo di Francia il nuovo apicale, Giuseppe Maria Romano (l’avvocato Ercole Massara mantiene il segretariato).
Il nuovo priore
Il priore Romano assume quindi su di sé l’indirizzo dell’organismo vecchio di oltre sette secoli: e intende proseguire nell’obiettivo di riguadagnare un ruolo centrale nella vita cittadina. I Bianchi di san Nicola, nell’ultimo anno, hanno alternato ad incontri spirituali iniziative di approfondimento storico e dedicati alla musica sacra: su tutte, la giornata di studi bizantini volta a sottolineare l’importanza della presenza ortodossa nella Tropea dei secoli passati, ed il concerto di musica polifonica cinquecentesca.
La Cappella dei Nobili
Teatro di tutti gli eventi la Cappella dei Nobili di largo padre di Netta, affacciata sul mare, i cui affreschi barocchi sono oggetto di specifici progetti di restauro, e le cui tele, già recuperate, sono ad oggi custodite nel museo diocesano. La cappella è testimonianza diretta del passato importante dell’assise. La congrega che vi ha sede era ed è espressione spirituale e solidale del patriziato, che viaggiava di pari passo, dal XVI secolo, con il Sedile dei Nobili (espressione politica), e con l’Accademia degli Affaticati (arti e lettere). L’organismo, restaurato nel 1776 dal regolamento imposto alle congregazioni da Ferdinando I di Napoli, e legittimato dal Reale Assenso nel 1779, in qualità di «nuova congregazione nobile dei Bianchi di s. Nicola sotto il titolo della SS. Vergine di Romania nella reale e laicale chiesa dell'Ospedale di Tropea», rilanciava nel 2019 principi di attività spirituale e culturale fedeli in tutto e per tutto agli articoli di regolamento stabiliti dal Borbone.
Il ruolo di monsignor Renzo
La congrega tropeana avente «vocazione di Fede, Carità e Assistenza», grazie ai buoni uffici dell’assistente spirituale della Confraternita don Ignazio Toraldo di Francia aveva ottenuto il consenso del vescovo di Mileto Nicotera e Tropea, mons. Luigi Renzo, per la ripresa delle attività. Ed era stato lo stesso mons. Renzo, l’8 maggio 2019, ad accogliere positivamente l’istanza risalente al 2016, autorizzando il soggetto a riattivarsi come da statuto. A distanza di un anno, l’avvicendamento priorale. Nelle parole di Romano, un ringraziamento all’operato del priore uscente, Giuseppe Adilardi.
Un mandato coerente
«Il mio mandato si inserisce perfettamente nel solco già tracciato dall'amico Adilardi, il cui obiettivo - trovare un luogo dove confrontarsi su temi di spiritualità, spunti di riflessione, incontri con personalità dal profilo alto - era stato perfettamente centrato. A lui va l’affetto, la stima ed il ringraziamento di tutti noi- ha dichiarato Romano -. La promessa che facciamo, ai nostri membri e soprattutto alla città, è quella di continuare ad operare con impegno per portare a Tropea voci autorevoli, esempi positivi, uomini di fede e soprattutto di cultura. Con la giornata di studi bizantini ed i nostri concerti estivi abbiamo dato un segnale chiaro. I prossimi incontri ci daranno anche modo di ricordare come, oltre al filosofo Pasquale Galluppi, anche don Francesco Mottola è stato nostro confratello e padre spirituale. Questo sarà l’anno decisivo nel processo di beatificazione che lo riguarda: ed avremo modo di parlare della sua vita e delle sue opere. Insomma – ha concluso il nuovo priore - l’anno che verrà ci troverà in prima linea, uniti dall’amore per la nostra splendida città e per la sua comunità così fiera ed eclettica».