VIDEO | Messa momentaneamente in soffitta la vocazione mondiale, l’evento ha visto la coinvolgente esibizione di quattro gruppi provenienti dal Sud Italia
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Reinventarsi, senza perdere di vista l’obiettivo finale. È la sorte che hanno dovuto vivere un po’ tutti i settori in questo singolare 2020. Da questo trend non poteva essere esente neppure un evento che da otto anni a questa parte monopolizza Tropea e ne fa un punto di riferimento mondiale non solo in ambito turistico: Culture a confronto, la kermesse che ogni anno porta nella Perla del Tirreno gruppi folkloristici da ogni parte del mondo. E se nelle edizioni precedenti il palco è stato calcato da danze e suoni dei cinque continenti, stavolta la pandemia ha imposto un ridimensionamento che, però, non ne ha pregiudicato il risultato.
In una piazza Vittorio Veneto stracolma di pubblico, tra mascherine e termometri, è andata in scena una manifestazione calda e coinvolgente, caratterizzata da un comune denominatore: il confronto. A esibirsi, quattro gruppi di musica etnica tra i migliori del Sud Italia: dalla Sicilia i Cantustrittu, dalla Campania gli Etnica ditirambo, dalla Puglia Giancarlo Paglialunga, dalla Calabria i Parafonè. Magnifici esempi di attaccamento alla terra, ritmo, radici e soprattutto cultura.
Tra canti, balli e sorrisi non è passata inosservata la soddisfazione del patron dell’evento, Andrea Addolorato, che con grande caparbietà è riuscito anche quest’anno, nonostante le restrizioni imposte dalla pandemia, a portare a casa un grande risultato: «Il coronavirus ci ha costretti a stravolgere l’organizzazione – commenta il responsabile – e giorno dopo giorno abbiamo cercato di non snaturare il nostro obiettivo che è, appunto, il confronto. Ce l’abbiamo messa tutta, speriamo di esserci riusciti anche grazie all’amministrazione comunale che ci ha supportati e dato fiducia. E speriamo soprattutto di lasciarci presto alle spalle questo periodo e che tutto il mondo possa ricominciare a guardare al futuro con serenità», ha concluso Addolorato.