Da domani al 21 luglio il primo appuntamento con gli scultori Pietro De Scisciolo e Sebastiano Dammone Sessa, accompagnati dalle visioni poetiche di Davide Brullo
Tutti gli articoli di Cultura
PHOTO
Stanze di Vita Immaginaria al Mabos (Museo d’Arte del Bosco della Sila Piccola). Ecco le residenze d’artista, tra arte e poesia. Dal 17 al 21 luglio, la prima residenza artistica con gli scultori Pietro De Scisciolo e Sebastiano Dammone Sessa, accompagnati dalle visioni poetiche di Davide Brullo.
Elisa Longo, direttrice del Mabos, racconta com’è nata l’idea di questa edizione straordinaria delle ‘residenze d’artista’ che si annuncia particolarmente interessante.
«Abbiamo sentito l’urgenza di mettere in piedi un’edizione straordinaria di residenze d’artista, per questo 2024, che ci consentisse di aderire alle celebrazioni per il Centenario della nascita del poeta Franco Costabile – avendo aderito al Comitato Franco Costabile 100, un movimento nato dal basso e che poco sta contando sull’intervento della pubblica amministrazione, infelicemente poco attenta a questa ricorrenza così importante. Abbiamo pensato ad un omaggio delicato ma al tempo stesso incisivo, stravolgendo temporaneamente il format per accogliere, insieme agli artisti, le voci più belle, più forti e riverberanti, della poesia contemporanea (grazie anche alla collaborazione con La Masnada). Stanze di vita immaginaria è il titolo di questa operazione, l’indice delle azioni, degli spazi, delle rivelazioni di questa particolare relazione tra arte visuale e poesia».
Dal 17 al 21 luglio la prima residenza di quest’anno che ospiterà due importanti artisti.
«Pietro De Scisciolo e Sebastiano Dammone Sessa, che lavoreranno ad “occupare” dei terrazzamenti boschivi entro cui si svilupperà la loro idea di stanza dell’immaginario. A supervisionare il loro lavoro, il poeta Davide Brullo, eclettico, visionario, irriverente, noto ai più per le sue stroncature ma anche per aver fondato e diretto magistralmente la rivista culturale Pangea. La fotografa Valentina Procopio si occuperà invece del quotidiano racconto per immagini».
Continuano i riferimenti a Franco Costabile, dopo le importanti iniziative dello scorso anno in occasione dei 100 anni dalla nascita.
«Sia io che Mario Talarico, il fondatore del Mabos, per ragioni personali diverse siamo molto legati a questo poeta. Sono cresciuta tra le vie di Sambiase (ora Lamezia Terme) passando spesso sotto la sua casa, all’ombra dell’epigrafe che lo immortala come il poeta delle stelle bizantine. Ma nella luce della sua poetica elegante e struggente, è cresciuto (e continua a crescere) il mio sogno, si è manifestata l’urgenza della mia poesia. Le fotografie di Mario Giacomelli che si ispirano a Franco Costabile e che noi custodiamo, con orgoglio, nella nostra Camera Oscura dallo scorso anno, sono state come un segno, il motivo più concreto per dedicare - proprio noi e proprio qui – il nostro impegno a questo poeta troppo ingiustamente dimenticato. Ancora prima di inaugurare Camera Oscura, come anticipazione e preparazione, avevamo scelto i titoli delle poesie di Costabile per nominare le tre residenze del 2023.”
Quest’anno il nuovo format residenziale che chiama alle arti anche i poeti per raccontare, con sguardo e approccio nuovi, l’esperienza di residenza e l’opera ivi prodotta.
«Che sia nitido come quello di Fernando Pessoa o ripensato come quello di Mario Benedetti, lo sguardo del poeta ha una sua specificità e una propria forza che squarcia le resistenze del reale e vede dove non è sempre concesso. La critica artistica ha il compito, solitamente, di teorizzare e analizzare i parametri (limiti e superamenti) del contesto storico e della condizione tecnica ed estetica entro cui si produce e si esprime l’opera d’arte. Ai poeti chiediamo invece un rapporto diverso, più libero, fuori da categorie consuete; forse un’azione di penetrazione e un prelievo del midollo dell’opera artistica, qualcosa che non siamo abituati a toccare. Ma sono ipotesi, non possiamo fare previsioni. Sicuro sarà tutto nuovo e stimolante».
Con la prima residenza che parte il 17 luglio i due artisti realizzeranno due installazioni, impreziosite da pagine diverse, atipiche, di letteratura artistica.
«Diversamente da come accade di solito, in questa edizione straordinaria la residenza non avrà un curatore nel senso tradizionale del termine e non verrà dunque successivamentescandagliata con i consueti strumenti e riferimenti della critica d’arte. La vita di queste stanze dell’immaginario verrà ricostruita e restituita in un testo scritto, nella piena libertà della visione e della forma, dal poeta in residenza, che verrà pubblicato sul Catalogo in uscita».
Questa edizione speciale di Stanze di Vita Immaginaria sarà resa ancora più esclusiva dall’immagine iconica firmata da Giuseppe Talarico, direttore artistico del progetto The Calabreser.
«Quando abbiamo “convocato” Giuseppe Talarico, in apertura di questa stagione artistica, sapevamo di volere un rinnovamento e un’impressione dell’immagine ancora più marcati e che lui sarebbe stato la persona giusta. La sua illustrazione per Stanze di vita immaginaria resterà nella memoria come il marchio inequivocabile della nostra presenza attiva, nel centro esatto di questo passaggio storico, di questi 100 anni dalla nascita di Franco Costabile»
Per il poeta Davide Brullo: «Non è possibile rifiutare la chiamata al bosco. Arte e Bosco, pilastri del Mabos, inaugurano un contraddittorio: penso a Fitzcarraldo, eroe chimerico del clamoroso film di Herzog, che vuole portare l'opera in Amazzonia, la voce di Caruso tra giaguari e indios. Non è diverso, quel voto tanto energumeno e bello perché inutile, dalla tigre che passeggia in uno zoo, in una giungla di sbarre, tra gli sbirri. Voglio dire: il bosco impone di perimetrare l'idea di arte - che cos'è? che cosa veniamo a fare? sappiamo leggere l'iliade istoriata su una corteccia? sappiamo introdurci nella chiglia di una nube, la lettera A come si incastra nella sorgiva, tra rupi in tensione, o nel volo avvenire del falco? come si bevono le parole - come facciamo, con queste parole, a rompere le maschere e gli idoli, a non farne vitelli d'oro buoni a giustificarci tra i ranghi di un ruolo (fosse pure quello, periglioso e faina, del 'poeta'), tra queste sazie prigioni? Certo, scatenare la parola - le vocali con l'arco in spalla - significa rischiare l'incendio. Le palafitte nella Sila, in fondo, mi ricordano Peredelkino, bianca comune di artisti, nella boschiva sovietica, di cui Boris Pasternak era lo zar - o meglio, il re del bosco. Dunque, sì, eccomi, innenì».