VIDEO | Con i fondi del Pon Legalità è stata finanziata la ristrutturazione del Valentianum, ma basta recarsi nell'antico chiostro per vedere che il servizio per le vittime del pizzo e dell'usura non è attivato
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Il coordinamento dell’associazione Antiracket e antiusura di Vibo Valentia, annunciato nell’agosto scorso dal sindaco Maria Limardo, si è riunito una sola volta e non ha ancora formato il suo direttivo. Lentezze inspiegabili in una città che è diventata capofila regionale nella mobilitazione delle coscienze dopo la maxioperazione Rinascita Scott, e che si prepara a partecipare in massa anche alla manifestazione “Tutti con Gratteri” che si terrà a sabato a Catanzaro.
E che in materia di assistenza alle vittime ci sia ancora tanto da fare, lo si capisce recandosi nel complesso Valentianum - dove risulta aperta la sede di uno sportello - e trovandolo chiuso benché quello odierno è un giorno di apertura al pubblico. Neanche al telefono rispondono gli operatori, anomalia che aggiunge alla beffarda storia del progetto “Lo Scrigno di Vetro” che era stato lanciato nel 2015 dall’amministrazione D’Agostino.
In pratica il Comune dopo l’arrivo dei fondi ottenuti dal Pon sicurezza, scelse di dividere le risorse: la parte più cospicua, circa 500.000 euro, la destinò per l’adeguamento della struttura che ha ospitato il servizio, utilizzando appena 200.000 euro per pagare lo Sportello vero e proprio. Che durò solo 2 anni, infatti, per arrivare non senza contraddizioni fino all’accelerazione che ha tentato di dare quest’estate il sindaco, convocando il coordinamento Antiracket e parlando della “necessità del suo rilancio”. Solo che da allora ad oggi, come spiega il delegato che per conto della Cgil ha partecipato alla riunione di insediamento, Abdel El Aifa, nulla è stato fatto.