Il giardino del polo museale di Soriano Calabro, con gli ulivi e i ruderi del convento a fare da suggestivi "spettatori", si è rivelato un luogo perfetto per la presentazione di Spezzata in Versi, la raccolta di poesie pubblicata da Angela Varì. Scenario incantevole e invitante, per quella socializzazione dell'intimo che la docente sorianese ha cercato di stuzzicare attraverso versi che descrivono una parabola - dal dolore alla rinascita - diventata la sua impronta

«È uno sbocco che invita all'amore - ha detto Varì a proposito del libro edito da MonteCovello - uno sprone a cercare la conoscenza di sè  tramite la scrittura». La presentazione, con il patrocinio del Comune, dopo i saluti del sindaco Vincenzo Bartone, è stata una toccante carrellata di letture - proposte da colleghe e amiche dell'autrice - che, puntellate dal suono della fisarmonica del maestro Renda, sono state l'occasione per immergersi nel vissuto della protagonista.

Il testo, impreziosito dalle critiche di Dante Maffia, Ulderico Nisticò e Vittoria Bartone, è stato commentato dal docente e giornalista Nicola Rombolà. «Quando una persona sente il bisogno di esternare i propri sentimenti con la poesia - ha detto quest'ultimo - vuol dire che si umanizza ancora di più, perchè è vero che la scrittura ha doti salvifiche e il libro Spezzata in Versi e' una dimostrazione plastica di questa cura personale e sociale».