Seconda giornata di lavori al meeting intitolato (R)innoviamo il Mezzogiorno, promosso dalla fondazione Magna Grecia. Tanti gli spunti e le idee, nuovi appuntamenti nel pomeriggio
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Marketing territoriale a km zero, cultura e mito, quali chiavi di sviluppo del Sud, al centro della prima sessione di lavori della seconda giornata del meeting internazionale Sud e Futuri (R)innoviamo il Mezzogiorno, promosso dalla fondazione Magna Grecia, in svolgimento fino a domani al castello Ruffo di Scilla. I lavori introdotti dai giornalisti Paola Bottero e Alessandro Russo, sono stati moderati dal giornalista, e saggista e storico, Paolo Mieli.
Eventi e festival strumenti di marketing
«I luoghi affascinanti, il contatto della gente, la valorizzazione culturale dei territori, queste le direttrici di un rilancio turistico, con riferimento al quale l’organizzazione di eventi e festival riveste un ruolo sempre più strategico divenendo vero proprio strumento di marketing e autentico prodotto turistico. Elemento imprescindibile è la gestione ottimale dei servizi essenziali, uno su tutti quello dei rifiuti, aspetto da attenzionare non solo per incoraggiare il turismo ma anche per garantire ai residenti che i flussi turistici siano risorsa e non causa di disservizi per l’aumento di consumi e di rifiuti», ha spiegato Marina Lalli, presidentessa Federturismo.
Servizi e digitalizzazione
«Senza rilancio dei territori ogni ripartenza sarà difficile. Impossibile ignorare la necessità di digitalizzazione, leva straordinaria per un nuovo Mezzogiorno, per un Sud in grado di compiere quel salto verso la società del futuro e di cogliere la grande opportunità del Pnrr. Cinquanta miliardi per la digitalizzazione da spendere entro il 2026 sono un’occasione preziosa ma resta un enorme divario tra le regioni del Nord e del Sud con riferimento all’indice di digitalizzazione», ha sottolineato Michelangelo Suigo, direttore Comunicazione e Relazioni Esterne di Inwit.
Calabria senza visione
Paolo Mieli ha poi sollecitato i relatori ponendo l’accento su una Calabria dove, contrariamente alla Sicilia, non si riesce ad avviare il riscatto puntando sul turismo in zone di particolare prestigio, e sul ruolo dell’informazione in questa Calabria che resta ultima, pur potendo essere tra le prime.
«C’è assenza di politica visionaria e manca da decenni un assessorato al Turismo in una regione che dovrebbe e potrebbe vivere di questo. Impossibile anche solo immaginare un rilancio senza una progettualità in questa direzione. La genesi di questa pecca è da ricercare in una classe politica e dirigente inadeguata. La Calabria non è solo terra amara, terra di ‘ndrangheta e di sanità inefficiente, ma è anche una regione straordinaria, terra di mare come di montagna, con un potenziale però non supportato da visione e capacità», ha sottolineato Maurizio Talarico, imprenditore calabrese e fondatore della Talarico Cravatte che esporta in tutto il mondo artigianalità ed eleganza.
Sinergie virtuose
Serve pure un approccio più corale che generi sinergie, anche se resta il nodo di un dialogo conflittuale tra gli enti locali di uno stesso territorio.
«Scilla ha un suo appeal, quale perla della Costa Viola e borgo di grande fascino. Ho capito nel tempo, però, che obiettivi importanti e durevoli possono essere raggiunti solo grazie ad una convergenza di energie e di interessi. Da qui il contratto di Costa che mette in rete Scilla e altri comuni del litorale, rafforzando il nostro percorso di sviluppo, accrescendo i nostri obiettivi e aiutandoci anche a superare criticità del sistema», ha sottolineato, Pasqualino Ciccone, sindaco di Scilla.
«La conflittualità tra regioni e amministrazioni locali, seppure con delle eccezioni, è una situazione che danneggia tutti, forze politiche in campo e cittadinanza. Senza una collaborazione nel segno del bene comune, difficile sarà sempre il dialogo. Sul tema dell’informazione e della responsabilità della stessa, la riflessione ci porta a riconoscere il deficit in Calabria di testate nazionali, segno di assenza di un presidio che rafforzerebbe l’analisi e la capacità di intervento» ha sottolineato il giornalista del Fatto Quotidiano, Antonio Padellaro.
Calabria e mito
Su Calabria e mito, chiavi di sviluppo per il Sud, si sono confrontati gli autorevoli relatori della seconda sessione di lavori. Il primo intervento, particolarmente critico, è stato quello dell’imprenditore Santo Versace.
«La Calabria ha tutto ciò che serve per essere una regione ricchissima e con alti tassi di occupazione. Alla domanda sul perché ciò non accada si risponde volgendo lo sguardo al 1970, al momento in cui furono introdotte le regioni, che mai nulla di buono hanno prodotto. Sempre dal quel frangente storico ereditiamo la competizione tra province e l’incapacità di operare senza conflittualità. Pensiamo alla Sacal che dovrebbe gestire i tre aeroporti calabresi e che sta distruggendo quello di Reggio Calabria. Le piaghe sono tante: dai commissariamenti in sanità alla classe dirigente inconcludente e incompetente che azzera ogni talento», ha sottolineato Santo Versace.
Nuova narrazione della bellezza
Esiste anche la questione del linguaggio e della narrazione sulla quale si interroga l’università Mediterranea di Reggio Calabria e dalle cui suggestioni potrebbero derivare utili strumenti per una nuova comunicazione turistica.
«Il mito è parte integrante e strutturante di questa terra. La sua riscoperta potrebbe contribuire a colmare il deficit iconografico in cui ci troviamo, immersi come siamo in una narrazione di soli fatti negativi e del degrado, che pure ha un’estetica. La Calabria va dunque scavata e riscoperta, portando alla luce l’invisibile e tutto quanto rimasto sotto la considerazione su larga scala di cui è stata per troppo tempo oggetto. Una considerazione in cui scomparivano i paesaggi e i borghi, in cui tutto era piatto e senza sfumature, in cui ogni peculiarità veniva cancellata. Invece tutta la sua storia va riscoperta e i suoi luoghi con le risorse culturali posti al centro di una nuova narrazione di bellezza. Nella Calabria delle esperienze Erasmus ante litteram, meta di giovani che venivano dal cuore dell’Europa per conoscerla e scoprirla, abbiamo individuato 14 stanze paesaggistiche, luoghi primigeni che dovrebbero entrare a pieno titolo nei percorsi turistici. Questa è l’esperienza che stiamo portando avanti con il laboratorio Landscape in progress», ha spiegato Ottavio Amaro, del dipartimento dArTe dell’università Mediterranea.
«Trasformare la bellezza in linguaggio è compito dell’umanità. C’è bisogno di competenze e di una maggiore aderenza della stessa comunità ai temi veri e seri dei territori, in un contesto in cui si cammina tra le rovine lasciate da decenni di amministrazioni distratte e inadeguate che certamente non hanno favorito il tessuto sociale e imprenditoriale», ha rimarcato Nino Foti, presidente della fondazione Magna Grecia.
Un film a Scilla
«Scilla e anche questa tre giorni sono un esempio di opera determinata e azione tenace di un’amministrazione nonostante la burocrazia, i limiti e gli ostacoli che si incontrano. Scilla può contare su tanti aspetti favorevoli come la bellezza dei suoi luoghi che d’estate divengono ambita meta turistica. Un aspetto questo che ci impegna molto, in ragione di una popolazione che quadruplica pur restando la macchina amministrativa con i medesimi numeri e le medesime risorse. Non ci arrendiamo, diamo il massimo e guardiamo avanti. Sarebbe bello, infatti, se un film raccontasse Scilla, la generosità della sua natura, i tramonti che restano nel cuore. Se la si facesse conoscere di più, più persone l’amerebbero e vorrebbero tornarci», ha sottolineato Marinella Gattuso, assessora alla Cultura del Comune di Scilla, lanciando una sfida subito colta dal regista Mimmo Calopresti e dallo scenografo premio Oscar Gianni Quaranta.
Le suggestioni e le idee
«Aprirei una finestra sul villaggio dei pescatori, un contesto attaccato al passato ma che resta nel futuro. Ambienterei lì una storia e la svilupperei poi tra il Castello e la spiaggia. Ma questo dovrebbe essere il traguardo di un percorso. Perché non fare qui una scuola artistica, fucina di allievi che realizzino dopo avere studiato? Infine, in Italia ormai per girare un film con il mare andiamo a Malta quando, invece, potremmo venire qui», ha rilanciato lo scenografo Gianni Quaranta, premio Oscar per il film “Camera con vista” (A Room with a view) del 1987 e che con forza si è chiesto anche perché non si realizzino film che pongano al centro personaggi positivi calabresi come il geniale Gianni Versace, di cui hanno raccontato altri aspetti ma non la sua creatività così legata alla Magna Grecia, o la famiglia Florio e il suo straordinario talento industriale.
Quando si parla di cinema, il tema della bellezza è di casa e su questo, e anche sull’esigenza di creare scuole e spazi di comunicazione del bello, ha posto, infine, l’accento il regista calabrese Mimmo Calopresti.
Scilla, luogo per raccontare la luce
«La fabbrica della bellezza è l’unica che duri nel tempo. Ma la Calabria non lo è diventata. La riflessione a mio avviso non deve partire dal futuro perché è del presente che dobbiamo occuparci, recuperando la memoria storica, studiando e approfondendo. Dobbiamo, pertanto costruire scuole, creare spazi di comprensione perché abbiamo un deficit importante che occasioni come questa tre giorni si propongono di colmare. Raccogliendo la suggestione dell’assessora scillese Marinella Gattuso, lo Stretto è un luogo ideale per ambientare e raccontare storie e, in particolare, Scilla è il luogo del racconto della luce», ha concluso il regista Mimmo Calopresti.
Le sessioni pomeridiane
Le sessioni pomerdiane, al via dalle 16:30 sempre al castello Ruffo di Scilla, si incentreranno sui temi de “L’Italia può ripartire dal Sud” con Carlo Borgomeo, presidente Fondazione con il Sud; Adriano Giannola, presidente Svimez; Giuseppina Paterniti, direttrice editoriale Offerta informativa Rai; Maria Grazia Falduto, direttore generale Pubbliemme; Antonio Baldassarre, presidente emerito Corte Costituzionale.
Seguirà alle 18 il panel “Calabria emotions: un cortometraggio per raccontare una regione” con Mimmo Calopresti, regista; Antonello Colosimo, giudice della Corte dei Conti; Francesco del Grosso, regista e critico cinematografico; Eduardo Lamberti Castronuovo, editore Rtv e imprenditore; Domenico Maduli, editore de LaC Network e imprenditore; Antonio Nicaso, giornalista, docente e saggista; Gianni Quaranta, scenografo premio Oscar; Caterina Ricci, laureata Unidi con tesi sui cortometraggi; Luca Marino, presidente di Indaco film; Maurizio Paparazzo, vincitore del bando “Calabria emotions”.
La mostra
Visitabile fino al 12 settembre, al castello Ruffo, la mostra Metamorphosis, il progetto incentrato sui beni confiscati alle mafie, curato dal laboratorio di ricerca Landscape_in Progress del Dipartimento di Architettura e Territorio dArTe dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, i cui i responsabili scientifici e curatori sono i professori Ottavio Amaro e Marina Tornatora.