San Valentino, le reliquie custodite in un convento della Calabria: ecco dove

Parte delle spoglie si trovano nel convento dei Padri Cappuccini di Belvedere Marittimo dal 1700

di Sonia Miceli
14 febbraio 2020
13:08
Le reliquie di San Valentino
Le reliquie di San Valentino

Oggi in tutto il mondo si festeggia San Valentino, la ricorrenza dedicata agli innamorati che prende il nome dal santo e martire cristiano Valentino di Terni con il quale la Calabria sembra avere un profondo legame. Per quale motivo? Perché una parte delle spoglie del santo si trovano nel convento di San Daniele dei Padri Cappuccini di Belvedere Marittimo, in provincia di Cosenza.

Belvedere, la città dell’amore

In Calabria, la città dell’amore è Belvedere Marittimo, il paese che si affaccia sul Tirreno cosentino e che custodisce le reliquie di San Valentino dal 24 maggio 1700, quando vennero date in dono, per volontà del Papa, dal cardinale Gaspare del Carpine, vescovo di Sabina, a Valentino Cinelli, contenute in un’urna.


Le reliquie di San Valentino

Il 27 maggio 1710 Francesco Cipollina consegnò a Padre Samuele del convento dei Padri Cappuccini di Belvedere un’ampolla con sangue e frammenti di ossa di San Valentino. L’autenticità delle reliquie è stata confermata dalla lettera inviata dagli uffici papali dal cardinale Gaspare del Carpine datata 26 maggio 1700 inviata al signor Valentino Cinelli.

 

Delle spoglie del santo non se ne parlò più fino al 1969, quando nel Convento, in seguito alla rimozione delle tele di San Francesco e San Daniele che si trovavano nella pala centrale, fu rinvenuto il reliquiario da Padre Terenzio Mancina.

 

Da allora il 14 febbraio Belvedere, gemellata con la città di Terni, rende omaggio a San Valentino con vari festeggiamenti cittadini e ogni anno il Convento apre le porte a tutte le coppie di sposi desiderose di rinnovare il loro giuramento e a molte coppie di innamorati che vogliono scambiarsi promesse d’amore di fronte alle spoglie del santo.

La storia legata a San Valentino

La tradizione di San Valentino e l'originale festività religiosa venne istituita nel 496 da papa Gelasio I, andando a sostituirsi alla precedente festa pagana dei lupercalia, gli antichi riti pagani dedicati al dio della fertilità Luperco, presumibilmente anche con lo scopo di cristianizzare la festività romana. Questi riti si celebravano il 15 febbraio e prevedevano festeggiamenti sfrenati, in contrasto con la morale e l'idea di amore dei cristiani.

 

Così, Papa Gelasio I, per consacrare la festa dell'amore, decise di spostarla al giorno precedente - dedicato a San Valentino - facendolo diventare in un certo modo il protettore degli innamorati.

 

Esistono però molti santi di nome Valentino ma due sono i più noti. Il primo, nato a Interamna (oggi Terni) nel 176, proteggeva gli innamorati, li guidava verso il matrimonio e li incoraggiava a mettere al mondo dei figli. La letteratura religiosa (e non storica) descrive il santo come guaritore degli epilettici e difensore delle storie d’amore. Si racconta, per esempio, che abbia messo pace tra due fidanzati che litigavano, offrendo loro una rosa.

 

Il secondo, invece sarebbe morto a Roma il 14 febbraio del 274, decapitato. Per alcune fonti sarebbe lo stesso vescovo di Terni. Valentino sarebbe stato giustiziato perché aveva celebrato il matrimonio tra la cristiana Serapia e il legionario romano Sabino, che invece era pagano. La cerimonia avvenne in fretta, perché la giovane era malata. E i due sposi morirono, insieme, proprio mentre Valentino li benediceva.

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