È il premio Nobel per l’Economia 2014 Jean Tirole il primo dottore Honoris Causa dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Oggi la cerimonia di conferimento del titolo in Diritto ed Economia nell’aula magna Antonio Quistelli. L’esecuzione dell’inno universitario e dell’inno nazionale a cura del coro polifonico della Mediterranea accompagnato dall’orchestra del teatro Francesco Cilea ha dato inizio alla cerimonia. Dopo la laurea honoris causa in Scienze Forestali ed Ambientali al principe Alberto II di Monaco, l’aula magna dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria torna a ospitare un evento di caratura internazionale. 

La cerimonia

La cerimonia aperta dal rettore Giuseppe Zimbalatti è stata scandita dai saluti di Paolo Fuschi, coordinatore della Scuola di Dottorato, di Daniele Cananzi, direttore del dipartimento DiGiES Giurisprudenza, Economia e Scienze Umane, dalla laudatio di Massimiliano Ferrara, professore ordinario di Matematica per l'Economia e la Finanza e dalla Lectio Magistralis di Jean Tirole, Premio Nobel per l'Economia 2014, oggi insignito del dottorato in Diritto ed Economia. 

È un approccio umanistico e sociale all’economia quello di Jean Tirole, premio Nobel e neo dottore honoris causa Diritto ed Economia della Mediterranea di Reggio Calabria. La sua lectio dal titolo “Pursuing the common good” (“Perseguire il bene comune”) ha focalizzato l’attenzione sulla «necessità di porre al centro di analisi e politiche il rapporto tra uomo e comunità. La profondità della sua indagine ci consegna un’autorevole riflessione sulla necessità di salvaguardare la persona nella sua complessità, valore sovente disperso a soffocato dalle semplificazioni. Invece Jean Tirole ci educa alla costruzione di politiche che condensino due essenziali dimensioni, non ridotte ma valorizzate, dell’individuale e del collettivo», ha sottolineato il rettore della Mediterranea, Giuseppe Zombalatti

La laudatio 

«Il bene comune non ha una definizione univoca ma esiste una convergenza di studiosi secondo i quali esso si colloca in un punto comune di intersezione tra diritto ed economia. Il bene comune non è privato e non è pubblico; non è oggetto e non è merce. Esso è patrimonio della comunità che ne ha cura nell’interesse delle nuove generazioni, di una Civitas i cui membri hanno rapporti politici e solidali. Tre gli assi portanti - democrazia, condivisione comunitaria e mercati competitivi - che, nel segno di una riunificazione ineluttabile delle scienze sociali, delineeranno una nuova economia. Meritando e alimentando fiducia, essa migliorerà il mondo conducendo il mercato ad agire secondo norme sociali e lo Stato a una rifondazione al servizio del bene comune», ha sottolineato nella sua laudatio, Massimiliano Ferrara che ha definito Jean Tirole «un fine studioso perché un grande uomo». 

La lectio magistralis 

«Il primo approccio per allineare gli interessi privati al bene comune - ha sottolineato Jean Tirole - è la persuasione. L'obiettivo è quello di incoraggiare il buon comportamento dei cittadini e la responsabilità sociale delle imprese. I sociologi hanno progettato vari "interventi basati su norme per aumentare la consapevolezza delle conseguenze dell'egoismo o per esporre la norma dominante. Ma ci sono dei limiti a ciò che possiamo fare nel tentativo di cambiare la norma: il riscaldamento globale è purtroppo un buon esempio; 30 anni di esortazioni dal vertice di Rio (1992) hanno avuto pochissimo effetto sul nostro comportamento. Ci sono dunque ostacoli legati alle nostre convinzioni. Le narrazioni più efficaci - ha sottolineato ancora Jean Tirole - giocano su diversi meccanismi cognitivi: convinzioni motivate e speranza per un futuro luminoso (qualcun altro pagherà", l'ecologia non dovrebbe essere punitiva"), la confusione tra correlazione e causalità ("dovresti evitare di andare in ospedale perché muori più il che a casa), l'uso e la ricerca di scuse povere per giustificare comportamenti antisociali ( vaccini sono una cospirazione per arricchire le case farmaceutiche"). Necessario demistificare le narrazioni anti-bene comune e vincere la battaglia delle narrazioni per consentire migliori politiche pubbliche. Argomento di ricerca, questo, molto bello per le scienze umane e sociali che concorrerà ad affermare i paradigmi dell’economia fondata sulla dignità, sulla sostenibilità e sulle aggregazioni sociali», ha concluso il premio Nobel Jean Tirole. 

Il conferimento 

«Jean Tirole ha dimostrato, attraverso la teoria dei giochi, come sia un numero limitato di grandi imprese a determinare la struttura industriale e quanto sia fondamentale una regolamentazione pubblica dei mercati. Con un approccio matematico ha dimostrato l’inefficacia del modello neoclassico sull’homo oeconomicus. Necessaria per un’analisi nuova, e volta al perseguimento del bene comune, l’applicazione in economia delle scienze sociali per indagare quella struttura e studiarne di ogni singolo settore», ha concluso Attilio Gorassini, coordinatore del corso di Dottorato di Ricerca in Diritto ed Economia che ha letto le motivazioni del conferimento del titolo accademico. Quindi la consegna della pergamena a cura del rettore della Mediterranea, Giuseppe Zimbalatti. 

Jean Tirole ha pubblicato oltre 180 articoli su temi economici e finanziari, oltre che diversi libri, tra cui The Theory of Industrial Organization, Game Theory (con Drew Fudenberg), A Theory of Incentives in Procurement and Regulation (con Jean-Jacques Laffont), The Prudential Regulation of Banks (con Mathias Dewatripont), Competition in Telecommunications (con Jean-Jacques Laffont), Financial Crises, Liquidity, and the International Monetary System, e The Theory of Corporate Finance.