Reggio Calabria apre alla creazione della casa delle donne che troverà posto in un bene confiscato. Ma cos’è la casa delle donne? Per sgomberare il campo da equivoci si tratta di un luogo fisico, e non solo, di crescita aperta ed inclusiva di tutte le soggettività esistenti che vi si riconoscono. Dunque un punto di rinascita, di ricrescita, di opportunità, ma anche incontri culturali formazione, di percorsi di crescita personale e professionale. Si tratta di esperienza maturate e radicate in altre parti d’Italia: da Roma a Padova, da Milano a Reggio Emilia.

La casa delle donne

L’opportunità nella città dello Stretto arriva sotto la spinta delle associazioni che compongono la Rete 25 novembre, come chiarisce Francesca Triolo: «Una casa delle donne è un progetto molto ambizioso ed è qualcosa che manca alla città. Si tratta di strutture che altrove sono ben radicate. Basti pensare alla casa internazionale delle donne a Roma che ha una lunghissima storia alle spalle. Una casa delle donne è un punto di riferimento che si crea nel territorio per dare supporto per accompagnare e progettare qualcosa insieme alle donne ed a tutte le soggettività. Vuole essere un luogo che si occupa di formazione, progettualità, accompagnamento al lavoro, ma anche di incontri, di salute. Si fa cultura e formazione, si rivolge alle donne di ogni etnia per la natura di inclusione sociale che deve avere. Si fa sostegno alle donne che hanno necessità di aiuto. Anche in caso di violenze, sarà un punto di riferimento che le accompagna nel percorso di rinascita personale».

Un luogo di accoglienza e ascolto in caso di particolari problematicità per una forma di accompagnamento a quello che un CAV, già esistenti su territorio locale, può fare, ma anche di progettazione, per avere un punto dove ritrovarsi per fare cultura e formazione, tanto per chi la casa delle donne la vive da spettatore quanto per chi la vive da operatore del settore.

Sarà ospitata in un bene confiscato

Ed il riconoscimento da parte dell’amministrazione comunale reggina è stato fattivo se si pensa che la struttura sarà ospitata in un bene confiscato.  Come chiarisce l’assessore comunale alle pari opportunità, Giuggi Palmenta: «Iniziamo a progettare cosa sarà la casa delle donne. Possiamo dire che abbiamo individuato un bene confiscato per la realizzazione di quest'opportunità per la nostra città. La casa delle donne deve essere un punto di riferimento per tutto il territorio e per tutte le persone di una cultura femminista che in città manca. È vero che nasce per le donne ma sarà un luogo di accoglienza per tutti e tutte. Siamo adesso in fase di progettazione ed inizio interventi. Nelle prossime settimane ci saranno ulteriori evoluzioni fino a rendere viva la struttura. La collocazione in un bene confiscato dà inoltre un ulteriore significato alla nostra scelta».