Dopo aver conosciuto la polvere, a causa dello scandalo “Magnifica” che ha travolto tra gli altri i vertici dell’Ateneo, l’Università degli studi Mediterranea di Reggio Calabria, prova a rialzarsi e ripartire da uno degli ambiti finiti nel mirino della magistratura: la Ricerca.

Proprio qualche giorno fa la graduatoria internazionale stilata dal Center for World University Rankings (Cwur), pur classificandola nella lista “Global 2000” che comprende istituzioni universitarie di 96 paesi, aveva assegnato alla Mediterranea la 1883esima posizione, relegandola alla casella 1806 nella speciale “sottoclassifica” della Ricerca. Oggi però l’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR) rivaluta le azioni della Mediterranea.

Proprio l’Agenzia ha presentato un paio di settimane fa i primi risultati del terzo esercizio della Valutazione della Qualità della Ricerca italiana (VQR 2015-2019) delle Università statali e non statali, delle Scuole Speciali, degli Enti di Ricerca vigilati dal MUR e delle Istituzioni diverse partecipanti su base volontaria.

La valutazione della ricerca, riferita al quinquennio 2015-2019, ha riguardato – si legge proprio sul sito dell’Ateneo a firma del prorettore della Ricerca Nicola Moraci - la produzione scientifica e i casi di studio di terza missione (che comprendono la valorizzazione e il trasferimento delle conoscenze, oltre che le interazioni con il contesto socio-economico-territoriale e che hanno un impatto significativo sulla società) e gli esiti della stessa incideranno in modo sostanziale sulla distribuzione dell’80% della quota premiale del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) dedicato alle Università.

La Mediterranea di Reggio Calabria ha registrato un «importante balzo in avanti e si conferma tra gli atenei con i risultati più interessanti nell’ambito del sud Italia» sul fronte della qualità della ricerca.

I risultati mostrano, infatti, una collocazione dell’Ateneo nel gruppo di testa per 2 indicatori qualitativi su quattro: l’indicatore “R3”, relativo alla qualità dei prodotti di ricerca dei ricercatori “giovani”, che hanno conseguito il titolo dottore di ricerca presso la Mediterranea nel periodo 2012-2016, che colloca UNIRC in terza posizione nella graduatoria degli atenei statali, e l’indicatore “R4”, inerente alla qualità delle attività di terza missione, che colloca l’Ateneo reggino in tredicesima posizione nella graduatoria nazionale.

Un balzo in avanti, dunque, per quanto riguarda il valore medio della qualità dei prodotti di ricerca dei docenti dell’Ateneo (+41,7%) che passa da 0,48 a 0,68 (il voto medio massimo ottenuto a livello nazionale è pari a 0,79) che colloca l’Ateneo di Reggio all’undicesimo posto nella graduatoria dei 22 atenei del Sud-Italia, e al secondo posto tra gli atenei di Calabria, Sicilia e Basilicata.

Infine, l’Ateneo di Reggio Calabria ha conseguito un voto medio pari a 0,74 con riferimento ai prodotti di ricerca conferiti dal personale che è stato assunto o ha conseguito avanzamenti di carriera nel periodo 2015-2019 (il voto medio massimo ottenuto a livello nazionale è pari a 0,81). In base a tale risultato, UNIRC si posiziona al primo posto tra gli atenei di Calabria, Sicilia e Basilicata e all’undicesimo posto tra gli Atenei del Sud-Italia.