VIDEO | Commemorazione a Gerocarne, paese d’origine del teologo domenicano che con i suoi scritti contribuì a formare generazioni di cattolici e animare il dibattito interno alla Chiesa negli anni dei grandi mutamenti sociali
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Il pensiero teologico e filosofico, ma anche la missione sacerdotale, diventata una con l’anelito della conoscenza declinata attraverso la formula indivisibile dello studio legato all’insegnamento. A trent’anni dalla morte (era il 6 novembre del 1989) il ricordo di padre Reginaldo Cambareri resta vivissimo nella memoria di quanti hanno incrociato il proprio con il suo percorso di vita.
La commemorazione di Acireale
Qualche mese fa, ad Acireale (nel cui cimitero riposano le spoglie di questo domenicano illustre), su iniziativa dei suoi ex allievi Fuci (Federazione universitaria cattolica italiana), si è tenuta una solenne commemorazione caratterizzata da un doppio timbro: una celebrazione eucaristica prima, un simposio poi per mettere a fuoco gli aspetti e le peculiarità di uno studioso il cui pensiero merita di essere riscoperto dalle nuove generazioni.
L’omaggio di Gerocarne
A Gerocarne, suo paese d’origine, su iniziativa dei familiari, dell’Amministrazione comunale, della Parrocchia di Santa Maria De Latinis e San Sebastiano, della Provincia dei Frati predicatori di San Tommaso d’Aquino in Italia è stato replicato un evento che ha chiamato a raccolta tantissimi concittadini, molti dei quali hanno avuto il privilegio di conoscere padre Reginaldo in vita.
Le parole del vescovo Renzo
A presiedere la cerimonia religiosa, il vescovo della Diocesi di Mileto, Nicotera e Tropea, monsignor Luigi Renzo che, nella sua omelia concelebrata insieme a numerosi altri sacerdoti, ha sottolineato la grande generosità che ha rappresentato il tratto distintivo di Padre Reginaldo: generoso negli studi, nell’insegnamento universitario, nella predicazione, negli affetti familiari, nella missione sacerdotale. L’esempio pieno, cioè, di cosa dovrebbe essere (e chi dovrebbe rappresentare) oggi un buon cristiano.
Gli altri interventi
Considerazioni che hanno trovato piena sintonia con gli interventi di coloro i quali hanno dato vita al confronto che ha animato la serata e che ha visto protagonisti padre Giovanni Calcara (domenicano e suo allievo), monsignor Filippo Ramondino, don Antonio Pileggi, il sindaco Vitaliano Papillo, la nipote Giovanna Cambareri, l’amico d’infanzia Michele Papillo e, con un significativo messaggio video, gli ex allievi della Fuci Rosa Barbagallo, Alfio Vecchio e Saro Musmeci impossibilitati a raggiungere la Calabria (sono tutti siciliani) a causa delle cautele dettate dall’emergenza Covid.
Il ricordo di chi l’ha conosciuto
E se qualcuno si è soffermato sulle notevoli capacità dottrinali di padre Reginaldo Cambareri, sulle intuizioni legate (in anticipo di decenni) ai temi della bioetica e dell’impegno cui è chiamato il cristiano in politica, altri hanno ripercorso, attraverso esperienze dirette e strettamente personali, la figura dell’uomo mai distaccata da quella del sacerdote. Ne sono venute fuori testimonianze toccanti, capaci di far emergere non soltanto lo spessore del docente universitario con cattedre a Roma e Catania, ma la vicinanza sincera dell’amico, l’autorevolezza del predicatore, l’approdo del confessore, l'affabilità del sacerdote, la generosità del familiare.
Insegnamenti ancora vivi
Gli insegnamenti di padre Reginaldo Cambareri, teologo domenicano, sono dunque risuonati vivi anche a distanza di sei lustri dalla morte. E se è vero che dopo la sua prematura scomparsa, a soli 55 anni, il cardinale Paul Poupard lo definì un «profeta dei nostri tempi», è altrettanto vero che la seconda tappa della commemorazione per il trentennale della morte ha definitivamente fatto acquisire la consapevolezza di quanto sia necessario tradurre, in una Fondazione il suo pensiero teologico e sociale per cristallizzarne le attualissime risultanze teoriche e pratiche e favorire un nuovo impegno religioso sulla scorta dei suoi insegnamenti.