Raccontare in meno di un minuto e mezzo con una regia tanto lineare e sobria quanto poetica ed evocatrice un borgo quale quello di Filadelfia. Ci è riuscito un maestro come Francesco Pileggi, regista nostrano che ha per qualche tempo abbandonato la Calabria per i richiami della produttiva ed operativa Germania, salvo ritornare attirato dai lacci sanguigni di una terra maestra nella produzione di colori, odori, sapori, sensazioni.

 

Emozioni avvinghiate all’anima, difficili da raccontare a parole, ma splendidamente plasmate nel montato da Pileggi realizzato per l’amministrazione comunale di Filadelfia. Dai caldi tramonti rossi, alle linee geometriche dell’urbanistica locale, passando per i ritmi e le musiche delle serate estive, fino all’antica arte del telaio, ai paesaggi e alle rocce tipici.

 

Un racconto per immagini estremamente evocativo che ci porge una collana di suggestioni che sanno di Calabria, e non solo di Filadelfia. Un lavoro curato e raffinato ma, soprattutto, vero e autentico, lontano da luoghi comuni o visioni macchiate da un immaginario collettivo superato o arcaico.

 

Colori puri e non ritoccati rimandano a percezioni reali e vivide, tutto un altro passo rispetto al cortometraggio del blasonato regista Muccino che dietro una sceneggiatura sospesa tra la banalità e il ridicolo e immagini saturate in modo esasperante, lascia il calabrese smarrito e perplesso.

 

Pileggi regala attraverso la “sua” Filadelfia, un ritratto autorevole e reale di una terra quale la Calabria.