Edifici scavati nel tufo, tracce di antiche scalinate, vasche di lavorazione e silos destinati alla conservazione di derrate alimentari molto simili per la natura della lavorazione a quelli più noti dell’insediamento degli Sbariati di Zungri. È l'eccezionale scoperta fatta a Francavilla Angitola, nel Vibonese, durante i lavori di riqualificazione urbanistica e ambientale per la valorizzazione turistica e culturale del cosiddetto “borgo del drago” in località Pendina. 

L‘area è da sempre interessata dalle evidenze architettoniche dell’antico abitato in cui evidenti sono le tracce delle mura di cinta e delle porte di accesso all’antico sito fortificato. Grazie ai lavori avviati nelle ultime settimane dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giuseppe Pizzonia, sono venuti alla luce nuovi elementi.

I lavori diretti dall’architetto Pino Romano sono seguiti sul campo sotto la stretta sorveglianza dell’archeologa vibonese Mariangela Preta in stretto contatto con la Soprintendenza Abap per la città Metropolitana di Reggio Calabria e la Provincia di Vibo Valentia. Proprio per l’eccezionalità del rinvenimento questa mattina la Soprintendenza rappresentata dal funzionario archeologo Michele Mazza, insieme ad una delegazione del Comune e della direzione dei lavori, ha effettuato un sopralluogo per verificare lo stato dei lavori e la natura dei rinvenimenti.

«Normalmente l’insediamento, nel suo insieme, – ha dichiarato l’archeologa Preta- viene riferito all’età bizantina o più genericamente all’età medievale. Ora, se da un lato è evidente che alcuni settori potrebbero essere riferiti al basso Medioevo, dall’altro è opportuno evidenziare che la strada principale del villaggio, quasi interamente scavata nella roccia, mostra in più punti di aver tagliato strutture con profilo a sacco da interpretare inequivocabilmente come silos, l’intera area, dunque, doveva apparire come un unico grande granaio. Solo approfondimenti ulteriori ci consentiranno di definirne meglio la natura del sito e la datazione».

Grande soddisfazione ha espresso il sindaco Pizzonia per l’eccezionalità del rinvenimento che «pone Francavilla Angitola al centro di uno sviluppo turistico archeologico dell’area, ponendo tali rinvenimenti come parte integrante della memoria collettiva - ha dichiarato il primo cittadino -, per cui tutelare e valorizzare questo sito, così come tutto lo straordinario patrimonio culturale del nostro comune è un autentico atto d’amore nei confronti della comunità che rappresento e della nostra identità culturale».