Gli sportelli linguistici nei comuni della Bovesia rappresentano uno strumento necessario per la preservazione, la valorizzazione e la divulgazione della lingua greca di Calabria. Nati con il fine principale di facilitare l’inclusione sociale e il dialogo interculturale, essi altresì svolgono, grazie alla professionalità di personale competente, una significativa attività di sensibilizzazione sul tema delle minoranze linguistiche, parte essenziale del nostro patrimonio culturale. Molteplici sono i servizi offerti al pubblico da questi importanti presidi, tra cui l’interpretariato e la traduzione simultanea, l’accoglienza e la consulenza linguistica, oltre alla promozione di eventi e attività culturali.

«In genere accogliamo i visitatori dando una spiegazione sulla lingua, sulla cultura dei greci di Calabria in generale. Ci occupiamo di tradizione e di traduzione: quasi quotidianamente svolgiamo traduzioni di lingua greca, utilizzando i termini di cui disponiamo, ovviamente. Cerchiamo di non utilizzare il neogreco», racconta ai microfoni di Grecanica News Patrizia Romeo, esperta dello sportello di Bova.

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Le attività di traduzione realizzate presso gli sportelli linguistici costituiscono per la cittadinanza un servizio di grande valore, ma sono al contempo molto complesse. Le difficoltà principali riguardano alcuni termini particolari per cui non esiste una posizione univoca sulle modalità di traduzione, e sono relative soprattutto agli atti ufficiali, spiega Maria Volontà, operante presso lo sportello di Bova Marina. 

Fondamentale è anche l’impegno per la diffusione della lingua grecanica tra le nuove generazioni. La legge a tutela delle minoranze linguistiche storiche in Italia sarebbe a tal proposito di vitale importanza, ma ad oggi sono state riscontrate diverse difficoltà legate alla sua applicazione. «Le priorità sarebbero molteplici. Innanzitutto un interesse maggiore della politica, per quanto riguarda tutte le problematiche esistenti. Poi sarebbe importante che la legge fosse applicata nelle scuole», afferma Carmelo Trapani, in attività presso lo sportello linguistico di Roghudi. La legge 482 del 1999 prevedrebbe infatti norme specifiche per l’insegnamento a scuola delle lingue minoritarie, per favorirne la trasmissione di generazione in generazione. «Non accadendo ciò questo patrimonio linguistico rischia di perdersi, ed è un grande peccato».