Il patrimonio storico, artistico, culturale e ambientale è il centro intorno al quale si costruisce e si raccoglie l’identità  e l’unità  di un popolo. È questo il principio alla base dell’attenzione sempre più crescente nei confronti di una vera e propria cultura della restituzione, cioè quell’attenzione e cura da parte delle istituzioni e dei singoli verso la necessità di restituire alle comunità di appartenenza quei reperti archeologici detenuti in maniera lecita o illecita.

 

Il bifacciale databile al Paleolitico antico

È in quest’ottica che il 25 settembre 2017 il Museo Archeologico della Sibaritide si vede restituire un reperto di straordinaria importanza proveniente da un’area dell’alta valle del fiume Coscile, nel comune di Castrovillari: un grande bifacciale amigdaloide databile al Paleolitico Antico.

Era il 1991 quando ebbero inizio i primi studi sul sito paleolitico antico dell’alto Coscile e il sito di Celimarro, nel comune di Castrovillari, a seguito di segnalazione da parte del dottor Giuseppe Lanza di Castrovillari, grande conoscitore e amante della propria terra, che si trovava in loco a svolgere rilievi geologici con l’equipe del professor Ernesto Cravero del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del territorio dell’Università Federico II di Napoli.  In seguito, i numerosi reperti rinvenuti sono stati ampiamente studiati dall’equipe del prpfessor Francesco Fedele del dipartimento di Paleontologia dell’Università Federico II di Napoli, il quale li ha custoditi per motivi di studio, sotto autorizzazione dell’allora Soprintendente ai Beni Archeologici della Calabria, fino al 1997.

La restituzione del reperto

Tali reperti furono riconsegnati al Museo della Sibaritide il 16 gennaio 1998 per mano del dottor Giuseppe Lanza. Mancava però un reperto, forse il più importante: il grande Bifacciale. In una nota del Dipartimento di Paleontologia dell’Università di Napoli si precisava che tale reperto fosse ancora in possesso del professor Cravero per motivi di studio. Negli anni successivi si persero le tracce del reperto finché nell’aprile 2017 il Museo Archeologico della Sibaritide, nella persona della direttrice Adele Bonofiglio, Polo museale della Calabria, nella persona della direttrice Angela Acordon, congiuntamente al Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza, attivano le procedure per il recupero e la restituzione di questo importante reperto.

Il rapporto con l’Arma dei Carabinieri

«È doveroso - riporta una nota del Museo - dunque porgere un grande ringraziamento all’Arma dei Carabinieri, in particolare al Nucleo tutela patrimonio culturale di Cosenza il quale agisce in modo tempestivo e solerte per il recupero del nostro patrimonio storico artistico e culturale. Da anni lavora a stretto contatto con le istituzioni culturali ed in particolare con il Museo della Sibaritide, con il quale vi è uno stretto rapporto di fiducia e collaborazione per tutte le attività di ricerca, studio, recupero e restituzione dei beni appartenenti all’intero territorio della Sibaritide. Il ringraziamento va inoltre esteso a Giuseppe Lanza, sempre attento e pronto ad intervenire con il proprio aiuto in occasioni che riguardano la salvaguardia dell’identità culturale del proprio territorio».