Monaci “virtuali” per raccontare la storia di Santa Maria del Cedro

Il progetto consente ai visitatori di conoscere il territorio e il castello di San Michele utilizzando semplicemente uno smartphone

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12 settembre 2019
13:59
Monaci “virtuali” come guide per riscoprire la storia
Monaci “virtuali” come guide per riscoprire la storia

Un viaggio innovativo e ricco di fascino che consente ai visitatori di ripercorrere la storia del territorio utilizzando semplicemente uno smartphone. A Santa Maria del Cedro, per far rivivere la bellezza del castello di San Michele è stato studiato un originale dispositivo tecnologico. Inquadrando con il telefono determinati punti lungo i sentieri del complesso, sul display compare un monaco in grado di raccontare con grande enfasi la storia del luogo nonché l’introduzione della cannamele in Calabria.

La soddisfazione del sindaco

Soddisfatto il sindaco di Santa Maria del Cedro, Ugo Vetere, che ha assistito alla prima dimostrazione, commentando: «Voglio fare i complimenti alla cooperativa Thyrrenians che dimostra sempre di essere un passo avanti rispetto al modo tipico di fare cultura sul territorio, quello che in anteprima mi è stato presentato è senza dubbio un progetto pioneristico che porterà qui tantissimi visitatori».


Il progetto

Il tutto è stato realizzato nell’ambito del progetto “Facciamo educazione culturale nel castello di San Michele a Santa Maria del Cedro”, promosso dalla cooperativa Thyrrenians, co-finanziato dalla Regione Calabria e con la direzione artistica di Angelo Napolitano. L’iniziativa ha inteso valorizzare il complesso monumentale attraverso il racconto di quella Calabria che a partire dal VII sec. d.C.  e per circa cinque secoli, si è popolata di anacoreti e di monaci basiliani.

La storia

Il progetto ha previsto, inoltre, l’allestimento di una mostra attraverso cui raccontare la storia dei basiliani nell’area del Mercurion, ma soprattutto della comunità religiosa sorta intorno al castello di Santa Maria del cedro, e per farlo ci si è avvalsi appunto, del supporto tecnologico della realtà aumentata, di laboratori didattici destinati ai giovanissimi sia di (ri)scoperta delle tradizioni artigianali locali (il “ricamo”, la “tessitura” e il “taglio del legno”), sia di avvicinamento alla pratica dell’orienteering col supporto degli istruttori della polisportiva “Valle Argentino” di Orsomarso. Immancabile la contaminazione di altre arti, soprattutto quelle di strada, con l’esibizione di Gianluca Vetromilo e Marco Rialti dei “Nuncepace”.

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