La Storia è passata dal carcere. Per non dimenticarlo nella Casa circondariale di Catanzaro sono stati organizzati, in collaborazione con l’Anpi, Associazione nazionale partigiani italiani, un convegno ed un’esposizione documentaristica costituita da oltre trenta pannelli, sulle leggi razziali entrate in vigore nel 1938, ottant’anni fa, e sulla Dichiarazione universale dei diritti umani, entrata in vigore dieci anni dopo. Lo riporta una nota della stessa Casa circondariale.

L’incontro nella Casa circondariale

Al tavolo dei relatori la direttrice dell’istituto Angela Paravati, il presidente dell’Anpi Mario Vallone, il  magistrato di sorveglianza Laura Antonini ed il docente di diritto costituzionale Andrea Lollo. Le leggi razziali fasciste in Italia furono emanate nel 1938. Esattamente dieci anni dopo, nel 1948, dopo la seconda guerra mondiale e lo sterminio di sei milioni di ebrei, l’Italia aderisce alla Dichiarazione universale dei diritti umani, che ne costituisce l’esatto contrario.

L’atteggiamento ostile verso i migranti

«I riflessi che le leggi razziali ebbero nella storia d’Italia sono visibili negli archivi di molte carceri italiane, in cui furono detenuti ingiustamente non solo ebrei, ma anche oppositori politici» ha spiegato la direttrice Paravati. Il magistrato Laura Antonini si è soffermato sull’atteggiamento ostile diffuso oggi nei confronti dei migranti, pericolosamente simile a quello che negli anni Venti iniziò a diffondersi contro gli ebrei. Il costituzionalista Lollo ha affermato: «Entrambi i regimi, fascista e nazista, hanno approfittato di un momento di debolezza delle coscienze; non occorre mai perdere di vista la bussola dell’ordinamento, che è la dignità umana, anche e soprattutto in carcere. La nostra Costituzione al 4° comma dell’art.13 stabilisce, in opposizione al regime fascista, che è punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà».

Episodi di violenza

Vallone ha sottolineato che nonostante nel 2018 ricorrano l’80° anniversario dall’entrata in vigore delle leggi razziali ed il 70° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani e dell’entrata in vigore della Costituzione, la presidenza delle comunità ebraiche italiane continua a chiedere di tenere alta l’attenzione su atti di intolleranza ancora di attualità. Grande interesse da parte dei detenuti che hanno potuto visitare la mostra allestita già dai giorni precedenti nel teatro del carcere e durante l’incontro hanno formulato domande soprattutto sulle differenze sociali, che talvolta, in contesti particolarmente difficili, sono la premessa per la delinquenza; hanno inoltre riportato queste riflessioni sulle loro esperienze di vita detentiva, soffermandosi sull’importanza dell’attività rieducativa.