Non si può pretendere di parlare della cucina tipica calabrese, senza accennare all’antichissimo rito della quadara, che sembra abbia origine nei tempi lontanissimi della Magna Grecia. Nell’incantevole borgo di Cerisano, paese delle serre cosentine, si rinnova questo rito che, nel resto della Calabria, con il passare degli anni è andato scemando. Fino a qualche anno fa infatti non esisteva un nucleo familiare che non allevasse un maiale per nutrirsi delle carni di esso.


Carni gustosissime che costituivano il primo fabbisogno energetico giornaliero. La macellazione del maiale diventava motivo di festa che andava avanti per almeno tre giorni e culminava davanti ad un grosso pentolone, “a quadara”, per gustare quelli che erano i resti del maiale. Qui la festa dura solo un giorno, ma è per tutti gli abitanti del paese e non solo. Soddisfatti i tanti partecipanti che hanno accolto con interesse l’invito.


Era consuetudine inoltre che, “all’uscita della quadara”, un buon piatto di cotiche e frisuli venisse portato in assaggio ai parenti più stretti. Nel corso della serata non mancava l’intermezzo festoso degli strinari i quali, informati della “festa”, si autoinvitavano, ma nel 2019 anche queste figure stanno sparendo e la musica cambia.