Il lavoro del professionista si concentra sulle creazioni di Cosimo Rombolà che realizza vasellame secondo le tecniche delle antiche popolazioni vissute nell’area del Poro, nel Vibonese
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Il cuore di una Calabria antica, a tratti primordiale, è il fulcro del documentario “La terracotta preistorica” firmato dal videoreporter di LaC, Saverio Caracciolo. Il lavoro è stato selezionato per la quinta edizione del prestigioso Firenze Archeofilm 2023, Festival internazionale del Cinema di archeologia, arte e ambiente a cadenza annuale, organizzato da Archeologia Viva (Giunti Editore) nell’ambito delle manifestazioni promosse da “tourismA”. L’opera più votata dal pubblico otterrà il Premio Firenze Archeofilm 2023. In occasione delle varie edizioni, vengono selezionati documentari prodotti in ogni angolo del mondo. E anche la Calabria, grazie al lavoro di Caracciolo -pensato e ideato nell’ambito del format LaC Storie- quest’anno aderisce al significativo evento in programma fino al 5 marzo.
Firenze Archeofilm
In programma 80 film, tra cui moltissime anteprime, provenienti da 16 Nazioni diverse tra cui Stati Uniti, Spagna, Malesia, Regno Unito, Iran, Turchia, Cina, Indonesia, Svizzera, Brasile. Sarà come effettuare un giro del mondo con un focus sull’archeologia, la storia, l’arte e l’ambiente: «È l’uomo che attraverso il cinema racconta sé stesso, omaggia il proprio passato, un mare non sempre limpido in cui però è fondamentale imparare a specchiarsi», commenta Caracciolo.
La terracotta preistorica
“La terracotta preistorica” è un viaggio che affonda le radici nell’altopiano del Poro, nel Vibonese. Negli anni Venti, presso Torre Galli, l’archeologo Paolo Orsi scoprì l’esistenza di una necropoli della prima età del ferro. Vennero trovare più di 300 tombe dotate di numerose suppellettili sepolcrali. I ritrovamenti ebbero modo di testimoniare la presenza di avanzate popolazioni lì stanziate molto tempo prima dell’arrivo dei greci. Cosmo Rombolà, studioso di Caria, fin da giovane rimase affascinato dalle storie su queste civiltà scomparse. Una curiosità approfondita grazie anche agli studi sui contenuti dei sepolcri. Da qui l’originale idea di riprodurre vasellame, utilizzando le stesse misure e tecniche degli antichi. Per i suoi lavori utilizza una cottura sotto terra, alimentando la fornace con fascine di legno per diverse ore. Non solo. L’uomo si è cimentato finanche nella realizzazione e cottura della pitta, una focaccia, alimento principale delle popolazioni pre-elleniche. «Dedico questo risultato a tutta la comunità di Caria e al protagonista del documentario Cosimo Rombolà, che fin da bambino ha coltivato la sua passione per l'archeologia», il breve commento del videoreporter Caracciolo.
Clicca qui per rivedere la puntata di LaC Storie, dedicata all'Artigiano della preistoria