Apprezzamenti per l’ultima creazione del giovane: “Luci nel buio”. L'intento del professionista è quello di far riflettere su un modo di vivere sempre più incentrato sull’apparenza e sulla vanità
Tutti gli articoli di Cultura
PHOTO
Giuseppe Barilaro è giovane artista calabrese, conosciutissimo sui social per avere dato subito un “volto” al Coronavirus, per poi in una notte fare la migliore ‘fotografia’ di Silvia Romano non appena liberata: una splendida scultura in gesso, resina e stracci che ha ricevuto molti apprezzamenti dal pubblico e dalla critica. L’artista che con coraggio ha esposto in Cina e Iran senza rinunciare alle sue idee e senza cedere nulla ai due regimi. Ma il giovane Barilaro aveva già colpito Vittorio Sgarbi che in un’ esposizione ha dimostrato particolare attenzione verso alcune sue opere.
Oggi torna a far parlare di sé con “Lights in the dark” (olio su tela 170 X 80 ).
“Luci nel buio” è una maschera della società odierna, quella società che oggi ha deciso volutamente di mettersi in disparte, di fare un passo indietro. È una contaminazione di colori che alludono al bello, che esaltano le note cromatiche e che fuoriescono dalla tela in modo prepotente.
Ma cosa ci sta dietro? È così facile camuffare un corpo seduto su una sedia? Un volto coperto dal dolore e un velo che ha perso la sua lucentezza?
Risponde lo stesso artista: «Ebbene si, le macchie non sono luce, la stessa che descrive il titolo. Le macchie sono quel vuoto che la società predilige, il superfluo, banale, brutta e orribile vetrina dentro la quale il mondo ha inserito ogni singolo individuo. Siamo apparenza. Vogliamo la superficie perché amiamo il tempo limitato, e si sa, chi ha pochi minuti a disposizione, agli occhi degli altri può sembrare un genio».