Un’opera di memoria fatta di archivi giudiziari e giornalistici che racconta le vicende di un Paese che ha conosciuto un sistema di potere intriso di devianza criminale e avvezzo all’uso dello stragismo, del terrorismo e dell’omicidio politico
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Domani, 22 agosto, al Parco delle Rimembranze di Bovalino (RC) verrà presentato “La Repubblica delle stragi”, il libro di Salvatore Borsellino. È un libro scritto da personaggi che non hanno mai indossato la toga, tranne l'illustrissimo magistrato Giovanni Spinosa, ma da avvocati, scrittori, blogger, parenti e vittime di mafia. La stesura del libro è stata coordinata dal fratello di Paolo Borsellino, il giudice gemello di Giovanni Falcone assassinato nella strage di via D’Amelio il 19 luglio 1992. È un’opera di memoria, fatta di archivi giudiziari e giornalistici, per dissotterrare le verità indicibili. Una storia d’Italia fatta di eventi documentati e raccontati con uno sguardo d’insieme. La storia di un Paese dell’Occidente che ha conosciuto un sistema di potere intriso di devianza criminale e avvezzo all’uso dello stragismo, del terrorismo e dell’omicidio politico.
La storia occulta del nostro Paese viene scritta in sedici anni: dal 1978 al 1994. Il finto sequestro Sindona, la strage di Bologna, le bombe del Rapido 904, l'estate dell'Addaura e dell'assassinio Agostino, l'autoparco milanese di via Oreste Salomone e l'omicidio Mormile, i giorni della Falange Armata, quelli della Uno bianca e la militarizzazione del Paese con una serie di fatti di sangue e attentati apparentemente senza senso. Fino ad arrivare agli ordigni di Cosa nostra del '92 e del '93, segnali di una trattativa avviata dalla mafia con uomini delle istituzioni. Nel novembre 1993 però tutto sembra smorzarsi per poi tacere definitivamente nel febbraio 1994.
Un’operazione editoriale intensa e complicata ma molto preziosa per fare luce su una storia quasi in ombra. Gli autori hanno deciso di mettere insieme le tessere del mosaico stragista per far emergere il disegno della lunga stagione del terrore e trattativista, hanno assemblato storie misconosciute o addirittura mistificate. Hanno scandagliato aspetti importanti come la strage di Bologna del 2 agosto 1980 e quella del Rapido 1984. Si sono addentrati nei grandi delitti commessi tra l'89 e il ‘94 commessi da Cosa Nostra.
Con pazienza, hanno colmato il grande vuoto lasciato da tanti processi, tutto questo fino a quando il 20 aprile scorso la Corte d'assise di Palermo ha deciso di mettere nero su bianco molte verità processuali: la trattativa Stato-mafia ci fu. Durante la serata, organizzata da Domenico Calabria e il Caffè letterario “Mario La Cava”, si discuterà insieme allo scrittore, Giovanni Spinosa, alla giornalista Maria Teresa D’Agostino, al Procuratore aggiunto della procura di Reggio Calabria, Gaetano Paci, alla ricercatrice e già assessore regionale, Federica Roccisano e al giornalista e scrittore, Franco Cimino.