Presentato in barca all’Arco Magno di San Nicola Arcella il libro del prof. Peppino De Rose “Mezzogiorno nei Sassi”. Un modo originale per decantare il patrimonio culturale e naturale del Mezzogiorno e della Calabria in uno dei luoghi più suggestivi e soprattutto di come promuoverlo a livello internazionale. 

 

I piccoli comuni del Mezzogiorno devono avere la consapevolezza è che oggi le capacità sono globali e l’effettiva realizzazione è affidata all’iniziativa locale. Queste nuovo ordine, impone alle istituzioni e al mondo economico produttivo un significativo cambiamento nei processi, improntato all’efficienza e all’efficacia dell’azione amministrativa e gestionale, per costruire modelli performanti capaci di generare crescita, sviluppo ed occupazione. La costruzione di destinazioni turistiche competitive in linea alle esigenze dei mercati internazionali e alle tendenze favorevoli del nuovo modo di viaggiare, impongono di impegnarsi e lavorare per offrire prodotti eccellenti ed innovativi con un forte orientamento al cliente globale. È quanto emerge dal libro “Mezzogiorno nei sassi” pubblicato dal prof. Peppino De Rose, esperto in politiche di coesione e programmi dell’Unione europea, da anni impegnato tra Bruxelles e le regioni del Mezzogiorno per la realizzazione di importanti progetti comunitari in diversi ambiti settoriali e docente di Impresa turistica e mercati internazionali presso l’Università della Calabria.

All’evento promosso in collaborazione del Corso di Laurea in Scienze Turistiche dell’Università della Calabria, hanno partecipato come relatori insieme all’autore Peppino De Rose, il Sindaco di San Nicola Arcella Barbara Mele, il presidente della Commissione Anti-ndrangheta della Regione Calabria Antonio De Caprio, la docente Unical in economia e gestione delle imprese turistiche Antonella Reitano, il presidente dell’associazione Fare Calabria Lugi Salsini, il vice presidente dell’Associazione la Riviera Marco Carrozzino, l’esperta di viaggi e tour operator Raffaella Leporini, con interviste a cura del giornalista Francesco Mannarino.

 

Il libro edito dalla casa editrice Aloe, è uno sguardo da una finestra sul futuro del patrimonio culturale e naturale del Mezzogiorno d’Italia, culla di luoghi dalla indiscutibile bellezza e dotati di un potere attrattivo anticrisi. Mezzogiorno nei Sassi ha una duplice essenza. Da una parte quella di descrivere l’esempio vincente di Matera, che grazie ad un percorso di programmazione strategica condivisa con la comunità e l’utilizzo dei finanziamenti comunitari, è riuscita a diventare una destinazione turistica internazionale capace di promuovere lo sviluppo economico di un intero territorio, dall’altra parte quella di raffrontare la situazione economica e sociale del Mezzogiorno che, utilizzando una espressione figurata, continua invece a camminare scalzo sui sassi irti e taglienti di un mondo globalizzato ed altamente competitivo, le cui ferite più profonde continuano ad essere rappresentate dall’alta disoccupazione e dall’emigrazione giovanile.

 

Il Mezzogiorno, in questo periodo, ha l’occasione di rinsavire e iniziare una nuova vita, dimostrando voglia e coraggio per riappropriarsi della sua storia e valorizzarne gli antichi valori, mettendo in campo ogni sforzo possibile per utilizzare al meglio il grande patrimonio culturale e naturale disponibile che rappresenta un vantaggio competitivo a livello internazionale per la rinascita di tanti comuni in via di spopolamento. La consapevolezza è che oggi le capacità sono globali e l’effettiva realizzazione è affidata all’iniziativa locale. Queste nuovo ordine, impone alle istituzioni e al mondo economico produttivo un significativo cambiamento nei processi, improntato all’efficienza e all’efficacia dell’azione amministrativa e gestionale, per costruire modelli performanti capaci di generare crescita, sviluppo ed occupazione.

 

La costruzione di destinazioni turistiche competitive in linea alle esigenze dei mercati internazionali e alle tendenze favorevoli del nuovo modo di viaggiare, impongono di impegnarsi e lavorare per offrire prodotti eccellenti ed innovativi con un forte orientamento al cliente globale. Quello di Matera è un film a lieto fine, con un nuovo inizio per tante e nuove attività ed imprese che hanno permesso a tanti giovani di non emigrare e garantirsi un’affermazione personale e professionale nella loro terra, o meglio tra i loro sassi.

L’emergenza Covid-19 ha fatto emergere la debolezza, la fragilità e la scarsa reattività dell’attuale sistema politico europeo e nazionale ed il tempo dimostrerà come solo gli strumenti finanziari messi a disposizione non potranno essere sufficienti per limitare i danni e garantire la ripartenza del Mezzogiorno e delle sue piccole imprese. L’Unione europea e l’Italia hanno la possibilità di riscrivere le regole, per creare meno dipendenza e più mercato, merito e concorrenza, soprattutto nelle regioni più fragili. Il Mezzogiorno da parte sua, ha l’occasione di riappropriarsi dei suoi antichi valori e soprattutto di riscoprirsi ancora comunità vincente capace di governare i processi della globalizzazione. Il lockdown ha consegnato una società più digitale e più libera dai vincoli europei di spesa che da anni condizionano la crescita economica e produttiva dell’Italia e soprattutto delle regioni in ritardo di sviluppo.

 

Ci sarà da gestire un enorme flusso di risorse finanziarie, che da sole non basteranno a colmare il gap di ritardo del Mezzogiorno e posizionarlo ai livelli di crescita e competitività delle altre regioni italiane ed europee, se nel contempo non vengono attuate una serie di riforme fiscali e del lavoro che tengano conto del differenziale di crescita delle singole regioni italiane. Non spaventa il debito futuro, ma rimane la paura di come sia stato gestito il Paese negli anni, poco solidale, inclusivo e liberale, orientato all’assistenzialismo di una precarietà indotta, quasi come succede per un coma artificiale. La contingenza dell’emergenza sanitaria ed economica darà l’opportunità di riscrivere le regole e ricondurre l’azione di governo dello Stato al suo ruolo funzionale ed originario garantito dalle norme costituzionali, creando un contesto positivo di norme e programmi, per levare le briglie al già fragile sistema produttivo del Paese, che va indirizzato e sostenuto per offrire soluzioni adeguate e conquistare spazio nei mercati.