VIDEO | Il romanzo di Luciano Prestia edito da Libritalia: una storia di emancipazione e riscatto, che assorbe documenti originali ed inediti sulla genesi del crimine organizzato nell’antica Monteleone di Calabria e nel suo hinterland. A Palazzo Gagliardi incontro con Camillo Falvo e Pietro Comito
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Una storia di emancipazione e di riscatto. Un romanzo che, al contempo, rivela il contenuto di documenti giudiziari storici, autentici e inediti, che lo studioso Foca Accetta ha scovato nell’Archivio di Stato di Vibo Valentia. S’intitola “Il contabile della ‘ndrina”, scritto da Luciano Prestia ed edito da Libritalia, la giovane ed ambiziosa casa editrice di Enrico Buonanno diretta da Simona Toma.
Prestia, sindacalista di lungo corso, si cimenta in un esperimento riuscito: mescola la fiction alla verità storica, richiama i contenuti originali ed esclusivi di quegli atti contestualizzandoli ad altre vicende storiche e a fatti realmente accaduti. Realizza un’opera suggestiva, accattivante, che esonda dall’alveo della saggistica e si rivolge ad un pubblico più vasto. La sua narrazione è fluida, semplice ma mai banale, priva di cali di tensione. È la storia di Giuseppe, poco più che ventenne, emigrato negli States per motivi di studio, che alla morte del padre rientra in Calabria, scoprendo la verità, fino ad allora a lui sconosciuta, sulle radici mafiose della sua famiglia. Accede, tramite una cassaforte, le memorie, le conoscenze ed i documenti acquisiti da un suo vecchio professore e da un sacerdote, i segreti del padre e del nonno. Animato da un’ideale di rettitudine, spinto dall’amore per la sua fidanzata americana, si ribella ad un destino che si mostrava a lui improvviso ed ineluttabile.
Già presentato con successo alla Fiera internazionale del libro di Torino, alla presenza del sostituto procuratore antimafia Annamaria Frustaci, nella suggestiva cornice di Palazzo Gagliardi, a Vibo Valentia, registra la sua prima presentazione ufficiale. Nel corso di una serata a cui hanno preso parte le più alte autorità istituzionali del territorio, condotta da Rosie Costantino, il romanzo di Luciano Prestia è stato recensito favorevolmente dal giornalista di LaC Pietro Comito e dal procuratore della Repubblica di Vibo Valentia Camillo Falvo, che si è soffermato sulla storia e sui suoi diversi personaggi, ancorando il racconto di Luciano Prestia alla sua esperienza personale e all’attualità per come emerge dalle vicende giudiziarie anche più recenti.
Così la vicenda personale del protagonista viene immersa nei fatti realmente accaduti in oltre un secolo. Ovvero dal 1901, quando si celebrò il primo vero processo alla mafia dei caprai di Monteleone di Calabria, che poi diverrà Vibo Valentia, fino ai giorni nostri, quando l’indagine Costa pulita rivelerà l’ultimo stadio evolutivo della holding criminale che radicò il suo potere sin dal terremoto del 1905. Il romanzo, così, finisce col richiamare i contenuti del codice della ‘ndrangheta rinvenuto ad Arena e delle formule di giuramento contenute nel quaderno sequestrato negli anni trenta ad un detenuto del sovraffollato carcere di Vibo, gli scritti dei giudici istruttori del tempo che rappresentavano la difficoltà ad arginare il potere mafioso sempre crescente in ragione della carenza di prove pregnanti e della diffusa omertà, le memorie che svelavano la rassegnazione degli onesti davanti alla dilagante impunità.