Lavoratore precario dell’Archivio di Stato di Palmi, guida turistica autodidatta per amore della sua Seminara. Domenico Scordo accompagna i visitatori attraverso i tre percorsi – “la via della fede”, “tra fede e storia” e “dalla vita alla fede”, così li ha chiamati – che lui stesso ha creato e raffigurato in un depliant.

«Tutto è nato – spiega così il suo particolare volontariato – quando abbiamo allestito un museo annesso alla basilica, perché ci eravamo accorti che si avevano tanti resti sparpagliati di un tradizione culturale e mariana molto antica. Da li abbiamo visto che tanti visitatori erano vogliosi di conoscere altre cose di Seminara, ovvero di un paese che veramente offre tantissimo in fatto di storia e arte».

Il passo successivo è stato la promozione dei suoi tour. «Prima della pandemia – prosegue Scordo – facevo anche 4 visite guidate al giorno, ovviamente di pomeriggio, fuori dai miei orari di lavoro, perché io continuo a interpretare questo come un volontariato che discende dal pallino che ho: fare conoscere Seminara che veramente non ha nulla da invidiare a luoghi calabresi magari più conosciuti solo grazie alla pubblicità positiva». Scordo nel frattempo è diventato, anche per questa sua capacità di legare l’attività come tirocinante in un ufficio statale e guida turistica, un Ispettore onorario di zona per conto del ministero della Cultura.

«L’obiettivo è duplice – prosegue – far capire ai seminaresi l’immenso patrimonio che custodiamo, la cui fruizione turistica può anche essere fonte di reddito per diverse famiglie, e proiettare all’esterno questo immenso patrimonio che è unico in Calabria, vista la concentrazione di luoghi da visitare grazie ad una stratificazione storica che è ancora intatta e visibile». Già, a parte i libri e le cartine, quel che a volte può fare la differenza è anche la passione dei cittadini. «Ci sono due emozioni opposte che provo durante i miei tour – conclude Scordo – gioia immensa quando i visitatori, entrando in una delle 5 botteghe dei ceramisti locali, porta con sé un pezzo della nostra arte, al contrario provo infinita rabbia quando le stesse persone si lamentano che un patrimonio sterminato come il nostro non sia effettivamente valorizzato dagli enti».